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Indagato il governo

Conte e 6 ministri sotto inchiesta per l'epidemia. Sbagliato processarli, ma è la beffa massima per i giustizialisti. Meglio mandarli a casa che in cella

Indagato il governo

Conte e mezzo governo indagati per il Covid non è uno scandalo, ma una beffa. Non tanto per loro - mi auguro che la cosa finisca lì - ma per chi, con malafede, partigianeria e una buona dose di stupidità, ha provato in tutti i modi, e ancora ci sta provando, a politicizzare l'emergenza per regolare conti ed attaccare gli avversari (vedi l'assalto alla Lombardia). Che Conte abbia sbagliato qualcosa non è un'ipotesi giudiziaria, è un fatto. Ma è, e deve restare, un fatto politico e, come tale, contestabile dagli elettori, non dai magistrati, esattamente come furono le decisioni del precedente governo in tema di sbarchi.

È sulla coerenza che si misura l'affidabilità di una persona, soprattutto di un leader politico. Consegnare ai giudici Salvini una volta passato da alleato ad avversario, ma rivendicare per un caso simile (l'emergenza Covid rispetto a quella immigrati) l'autonomia e la collegialità del governo solo perché questa volta ci sono di mezzo i tuoi amici, non è esattamente indice di coerenza. Ma si sa, purtroppo questo premier e questo governo (e i loro sostenitori) vivono di sotterfugi, furbizie e doppie morali, caratteristiche tipiche sia dei partiti di sinistra sia dei Cinque Stelle. Quella «superiorità morale» teorizzata più di quarant'anni fa da Berlinguer è stata fatta sua dall'ex ministro tontolone Danilo Toninelli («noi grillini abbiamo un Dna superiore», ebbe a dire in un celebre Porta a Porta).

Ecco, noi, invece, ci teniamo ben stretto il nostro Dna, che ci fa dire: Conte e i suoi ministri non vanno processati per l'emergenza Covid (nessuno andrebbe processato per cosa accadde in quei giorni inediti e terribili), così come abbiamo sostenuto che Salvini non avrebbe dovuto rispondere penalmente delle decisioni che prese da ministro. Ma, allo stesso tempo, siamo convinti che sia pericoloso rimanere ancora a lungo nelle mani di questi doppiogiochisti, che usano illegalmente gli archivi Inps per screditare gli avversari politici nelle stesse ore in cui infilano in una legge un codicillo che non c'entra nulla per salvare il suocero del premier da un guaio fiscale e penale.

Noi non vorremmo vederli in galera, ci basterebbe che tornassero al più presto nel nulla da cui sono sbucati.

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