Insieme 73 anni, è il primo Natale divisi

Herbert e Audrey sposi nel ’44. La casa di cura in cui vivono trasferisce lui

Insieme 73 anni, è il primo Natale divisi

Questa è l’antistoria di Natale, quella che nemmeno un Charles Dickens sconfortato avrebbe mai voluto scrivere. Quella di due anziani, anzianissimi coniugi canadesi che la spietata burocrazia sanitaria locale ha deciso di separare in uno degli ultimi Natali insieme, forse nell’ultimo, vai a sapere. La raccontiamo nella speranza che Babbo Natale si presenti con le sue renne all’ultimo istante, che ci siano un lieto fine e una lieta fine. I due protagonisti sono Herbert e Audrey Goodine e la storia la racconta la di loro figlia Dianne Goodine Phillips sulla sua pagina facebook.

I due, 91 anni lui, 89 anni lei, trascorrono il Natale insieme da quando sono spostati, 73 anni fa, che la seconda Guerra mondiale doveva ancora finire, per dire. Ma non trascorreranno insieme - quasi sicuramente - quello che sta per arrivare. Perché la casa di cura in cui risedono e dormono nello stesso letto, la Victoria Villa Special Care Home a Perth Andover, nello stato di New Brunswick, ha deciso di spostare Herbert in un’altra struttura perché deve essere sottoposto a terapie particolari.

«Mi hanno avvertito con una mail venerdì 15 dicembre - scrive Dianne - e un paio di ore più tardi ho ricevuto una telefonata. Mi comunicavano che mio padre stava per essere rimosso dalla casa di cura speciale nella quale risiede con mia madre nel prossimo fine settimana». Questo voleva dire una sola cosa: che Herbert e Audrey avrebbero passare le feste separati. Una notizia terribile per due nonnetti che vivono di poche cose: tenersi per mano, darsi un bacio ogni tanto e raccontarsi pezzi di quella storia che è essere una sola cosa. Tutto cancellato da una decisione apparentemente impeccabile ma umanamente devastante. «Ho letto quel messaggio più volte - prosegue la donna - incredula di come si possa essere così freddi e crudeli da fare una cosa del genere una settimana prima di Natale. La mia richiesta è stata subito quella di estendere la residenza di mio padre fino alla fine di Natale. Tuttavia, la mia ripetuta richiesta è stata ignorata. Poiché non ero disposta a prendere una decisione sulla sua nuova sede entro poche ore, un rappresentante dello Sviluppo sociale e un rappresentante della Victoria Villa si sono avvicinati ai miei genitori e li hanno costretti a prendere la decisione da soli».

Il risultato è stata la diaspora degli affetti. «Quando ho parlato con i miei genitori ho sentito mia madre piangere e dirmi: “Il Natale è finito per noi ora e questo è il peggior Natale che avremo mai. Perché non hanno potuto attendere fino a dopo le vacanze?”. Le ho assicurato che avrei provato di tutto per tenerli insieme ancora qualche giorno».

Il post di Dianne è stato condiviso da oltre 17mila persone che hanno definito «incredibilmente crudele», «disgustoso» e «orribile» il comportamento della casa di cura, che ha così replicato, per voce di un rappresentante: «Dobbiamp rispettare le regole e i regolamenti del governo. Se non lo facessimo, andremmo contro la legge».

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