C'è ancora molta rabbia per la morte di Sara Sforza, la giovane uccisa dopo essere stata investita da J.A., un marocchino di 25 anni che ha effettuato un sorpasso azzardato in un tratto di strada dove non era consentito. Il drammatico fatto è avvenuto a Celano, in provincia de L'Aquila, precisamente in località Tre Ponti sulla statale Tiburtina. Lo straniero, con precedenti per droga, è stato raggiunto da un decreto di espulsione impugnato in Cassazione dal suo legale: nel sangue aveva tracce di alcol, cocaina e oppiacei. E in tutto ciò è soltanto indagato per omicidio stradale: la procura di Avezzano non ha ritenuto che vi fossero gli estremi per l'arresto.
Di parere opposto l'avvocato Lucio Cotturone: "Ci troviamo di fronte a un’interpretazione abnorme della legge". Come riportato da Il Centro, il difensore della famiglia Vergari ha sottolineato che vi fosse la flagranza di reato: "Nei confronti del conducente della macchina, visti i primi elementi raccolti, andava applicato l’arresto secondo la normativa dell’omicidio stradale, anche perché esiste il reale pericolo di fuga". Intanto l'inchiesta viene coordinata dal procuratore Andrea Padalino. I mezzi coinvolti nel sinistro (una Renault Twingo, un'Alfa Romeo 159 e un'Audi) sono stati posti sotto sequestro. Nelle prossime ore verranno prese decisioni in merito all'autopsia, in seguito alla quale verrà disposto il funerale della vittima.
Scatta la petizione
A testimonianza dell'ira che permane, è stata fatta scattare una petizione poche ore dopo il dramma. Domenico Parsi ha lanciato la raccolta firme sulla piattaforma online Change, intitolata "Giustizia per Sara Sforza": nelle motivazioni si legge che "la popolazione è stufa di vedere vite spezzate a causa di droga, alcol e la mancanza del minimo senso civico". Dunque l'auspicio è che "non finisca tutto a tarallucci e vino", anche perché "ci sono due genitori che non vivranno più per il resto della loro vita".
L'obiettivo era quello di arrivare a 5mila firme: il traguardo sta per essere pienamente raggiunto. Nei commenti in molti hanno espresso solidarietà e rabbia per quanto accaduto: "Non è possibile che gente del genere l’abbia franca...
poi a mettere dentro una persona che per legittima difesa ha protetto la propria vita e i propri beni ci mettete un attimo!"; "Le regole io le rispetto e comunque mi viene imposto di rispettarle, desidero che anche gli altri lo facciano"; "Non esistono persone di serie A e serie B, perché la legge deve essere davvero uguale per tutti".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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