"Io, aggredito da due albanesi. Così mi hanno rotto il braccio"

Il racconto di Diego Compagnucci, la vittima della brutale aggressione. Dopo un alterco avuto con uno dei due stranieri, suo ex collega di lavoro, è scattata la violenza: gli albanesi lo hanno raggiunto e picchiato con rabbia

"Io, aggredito da due albanesi. Così mi hanno rotto il braccio"

Violenta aggressione nella serata di domenica a Jesi, dove un uomo è stato pestato da una coppia di stranieri al termine di un alterco.

A rivelare l'episodio sulle pagine de “Il Resto del Carlino” la vittima della violenza, il 46enne Diego Compagnucci. Stando al suo racconto, si sarebbe imbattuto nei suoi aguzzini all'altezza di viale della Vittoria, dove avrebbe avuto inizio la discussione. A quanto pare il 46enne conosceva uno degli albanesi, che tempo addietro era stato suo collega di lavoro, ed è bastato un nonnulla per riaccendere vecchi dissapori.

“Erano circa le 21.15, mi trovavo vicino al semaforo, davanti l’enoteca. Sono stati in due a colpirmi. Sono degli albanesi coetanei che, in quel momento, erano a passeggio con altri due uomini e le loro famiglie” racconta la vittima, ancora sotto choc. Compagnucci non si sarebbe mai aspettato che, dopo essersi scambiati qualche battuta al vetriolo, i due stranieri lo avrebbero raggiunto per passare direttamente alle vie di fatto. Trovandosi da solo, non ha potuto fare nulla per difendersi, ed è stato letteralmente tempestato di calci e di pugni.“Mi sono improvvisamente venuti incontro, ho subito capito che le intenzioni non erano buone. Uno di loro mi ha afferrato per il braccio da dietro mentre l’altro ha iniziato a colpirmi davanti” ricorda il 46enne. “Mi hanno picchiato in due, fino a spezzarmi un braccio e distruggermi il volto”.

Ferito e dolorante, Compagnucci è comunque riuscito a sottrarsi alla morsa dei suoi aggressori ed a fuggire in cerca di aiuto. Nessuno, almeno all'inizio, gli ha tuttavia prestato soccorso. “Disperato, mi sono buttato in mezzo alla strada in cerca dell’aiuto di qualche automobilista, ma nessuno purtroppo si è fermato. Intanto gli altri due mi inseguivano finché un paio di residenti della zona non sono scesi ad aiutarmi”.

E sono state proprio queste due persone, uscite di casa per capire che cosa fosse accaduto, ad occuparsi del 46enne, dandogli un rifugio e chiamando immediatamente i soccorsi. Sul posto un'ambulanza del 118 ed una volante della questura di Jesi.“I soccorritori mi hanno trasportato al pronto soccorso del Carlo Urbani di Jesi, dove mi hanno ingessato il braccio e curato le ferite. Mi hanno dato 30 giorni di prognosi”.

In un secondo momento Compagnucci ha parlato con gli agenti di polizia, ai quali ha riferito l'intero episodio, sporgendo anche formale denuncia. La paura, però, non è passata. “Quei due mi hanno anche minacciato ha infatti spiegato il 46enne,“dicendo che sanno dove abito”.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica