Coronavirus

L’allarme delle farmacie: “I vaccini non saranno per tutti”

Solo 12 dosi per ogni farmacia: “Sono state tagliate 600mila unità di profilassi rispetto all’anno scorso. Non potremo accontentare tutti”

L’allarme delle farmacie: “I vaccini non saranno per tutti”

Non è ancora iniziata la corsa al vaccino antinfluenzale che già è scattato l’allarme: non tutti potranno farlo. A dare l’allarme è l'Associazione che rappresenta le farmacie pubbliche in Italia. Pronti quindi a rivedere le scene già conosciute a marzo e aprile, quando le farmacie non avevano le mascherine. Solo chi rientra nelle categorie protette, come immunodepressi, bambini e malati cronici, i soggetti obbligati a vaccinarsi, quali gli anziani, il personale medico e infermieristico, le forze dell'ordine, i docenti, il personale scolastico, oltre agli impiegati dei pubblici uffici, riusciranno ad avere il vaccino. Per tutti gli altri, il rischio di non potersi vaccinare contro l’influenza è molto alto.

Quest’anno le Regioni hanno richiesto per le categorie già citate 17 milioni di dosi, rispetto al 2019 vi sarebbe un aumento del 43%, come ha reso noto Farmindustria. Il resto della popolazione dovrà comprare il vaccino in farmacia e recarsi poi dal medico di base per farselo iniettare. In questo caso stiamo parlando di persone non avanti con gli anni e che non hanno patologie croniche. Forse riusciranno a trovare una dose in farmacia solo a dicembre, quando ormai il virus influenzale sarà già in circolazione da parecchie settimane.

L'allarme di Assofarm

Come riportato da Il Messaggero, Venanzio Gizzi, presidente di Assofarm, l'Associazione che rappresenta le farmacie pubbliche in Italia, ha spiegato che “l'ultima conferenza Stato-Regioni di un paio di settimane fa ha stabilito l'erogazione di 250 mila dosi di vaccino per le circa 19 mila farmacie nazionali sia pubbliche che private”. Ognuna ne avrà circa 12 dosi. E queste certo non potranno bastare, anche tenendo conto del fatto, come ha sottolineato Gizzi, che lo scorso anno i farmacisti chiesero un milione 200 mila dosi e ne furono accordate 850 mila. Nel 2020 invece sono state tagliate ben 600mila unità. Questo “dipende dal fatto che le Regioni hanno chiesto alle industrie un numero superiori di dosi in virtù della pandemia da Covid-19, noi abbiamo chiesto al ministero della Salute di rivedere questi criteri perché al di là dell'estensione del vaccino a molte altre categorie, le persone che vorranno tutelarsi, pur non essendo soggetti a rischio, potrebbero essere molte di più” ha concluso il presidente di Assofarm.

Il numero uno di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, ha detto spiegato che è stato istituito un tavolo di lavoro con produttori, Aifa e farmacie. L’obiettivo è quello di dare risposte a tutti. Vi sono stati anche dei problemi con le programmazioni delle Regioni: “Qualche ente si è mosso in anticipo con gli ordinativi altri in ritardo ma le forniture saranno garantite anche se all'inizio in maniera scaglionata: se una Regione, ad esempio, ha ordinato 2 milioni di dosi non le avrà tutte nel giorno zero” ha sottolineato Scaccabarozzi.

Vaccino antinfluenzale non per tutti

Intanto il presidente dell’Ordine dei farmacisti di Roma, Emilio Croce, ha reso noto che in questo momento gli ordini sono in stand-by. L'allarme è stato lanciato anche da alcune farmacie del centro della Capitale che non hanno ancora avuto risposta dai propri rifornitori. Se le dosi saranno davvero solo dodici, non potranno far fronte alla platea richiedente. C’è comunque da dire quest’anno potranno usufruire del vaccino gratuitamente tutte le persone dai 60 anni, presso il proprio medico di base. Vero anche che, a causa del Covid, saranno molti di più i soggetti a volersi proteggere dall’influenza. Assofarm ha chiesto al governo la possibilità per i farmacisti di iniettare le dosi ai clienti come accade in altre Nazioni per aumentare la copertura vaccinale.

Ovviamente, il governo per il momento non ha risposto.

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