Coronavirus

"In autunno nelle farmacie vaccini antinfluenzali a rischio"

Aumentata del 50% la richiesta. Pregliasco: "Contro il Covid l'obbligo sarebbe la soluzione più efficace"

"In autunno nelle farmacie vaccini antinfluenzali a rischio"

Vaccini antinfluenzali a rischio il prossimo autunno, proprio quest'anno che sarebbero indispensabili, secondo gli esperti, per evitare di confondere e sovrapporre i sintomi con quelli del coronavirus e di intasare ospedali e sanità territoriale. L'allarme arriva da Federfarma, l'associazione dei farmacisti titolari. «La vaccinazione antinfluenzale sarà fondamentale per agevolare la diagnosi di Covid-19 e gestire i casi sospetti, soprattutto considerando l'attuale ripresa dell'epidemia - fa notare Federfarma - Sarà importante vaccinare, oltre i soggetti a rischio, la maggior parte della popolazione attiva per evitare il congestionamento della sanità territoriale». Ma secondo Federfarma «c'è il rischio che queste dosi di vaccino non siano disponibili».

Per la campagna anti influenzale 2020-2021 le farmacie territoriali infatti stimano un incremento pari almeno al 50% rispetto all'anno passato delle dosi di vaccino da dispensare, per un totale di oltre 1,2 milioni di vaccini. C'è il rischio, però - avvisano da Federfarma - che queste dosi non siano disponibili per la sostanziale impossibilità da parte delle case farmaceutiche di cederle alle farmacie: la produzione è stata assorbita dalle richieste avanzate dalle amministrazioni regionali, i cui acquisti hanno fatto registrare un incremento medio del 43% circa, con picchi anche superiori al 100%, rispetto alle acquisizioni della passata stagione 2019-2020. «Questo - osserva il presidente Federfarma Marco Cossolo - significa che, in assenza di un canale capillarmente diffuso e facilmente raggiungibile da tutti, qual è la farmacia, molti cittadini, appartenenti soprattutto alla fascia attiva della popolazione e quindi sottoposti a un maggior rischio di contagio, si troverebbero nell'impossibilità di vaccinarsi». Federfarma sollecita così l'adozione di un provvedimento legislativo che abiliti espressamente il farmacista a inoculare i vaccini, «come del resto - rimarca Cossolo - già avviene in molti Paesi dell'Unione europea».

Per quanto riguarda invece il vaccino contro il Covid secondo Fabrizio Pregliasco, virologo dell'università degli Studi di Milano «l'obbligatorietà tecnicamente, banalmente da un punto di vista igienistico, sarebbe la soluzione più efficace rispetto a un'esigenza di sanità pubblica». Dopo l'avvio dei test di fase clinica I sul vaccino italiano anti-coronavirus Sars-CoV-2 all'Inmi Spallanzani di Roma, a suo parere il vaccino «consentirebbe di raggiungere più velocemente l'obiettivo di copertura» e appare quindi «la soluzione preferibile per ottenere l'immunità di gregge».

Detto ciò, la scelta non può che essere «una decisione politica».

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