"Perché Viviana non si è uccisa": le ipotesi che smentiscono pm

Secondo il legale la 43enne voleva solo passare la mattinata con il proprio bambino ma è avvenuto un tragico imprevisto

"Perché Viviana non si è uccisa": le ipotesi che smentiscono pm

L'avvocato Claudio Mondello, cugino di Daniele, il papà di Gioele, in un lungo post su Facebook ha parlato della morte di Viviana Parisi, certo che “Viviana non si è uccisa e non ha ucciso il piccolo Gioele". Il legale ha poi scritto che la donna era vulnerabile ma aveva un amore immenso per il suo cucciolo. E che voleva proteggerlo da tutto.

La ricostruzione dell'avvocato

Quella terribile mattina di lunedì 3 agosto la mamma voleva solo fare un viaggio con il proprio figlio e, se non fosse sopraggiunto un tragico imprevisto, l’incidente in auto, sarebbero tornati a casa e nessuno avrebbe saputo nulla. Purtroppo invece le cose sono andate in modo diverso e a casa non hanno più fatto ritorno. Mondello ripercorre poi tutto ciò che è avvenuto dopo l’incidente, provando anche a immaginare i pensieri di Viviana: "La propria posizione era tale da metterla in grave difficoltà (si trovava a 100 km da dove avrebbe dovuto essere); decide, quindi, di guadagnare la fuga. Il teste del nord - il cui senso civico revivisce a distanza di due settimane - riferisce di una madre che si evidenzia per una condotta di protezione e tutela del figlio. Protezione".

Gioele sfuggito alla mamma?

L’avvocato ha poi ipotizzato nel suo lungo post che Gioele sia riuscito a sfuggire alla vigilanza della mamma e che si sia allontanato. Magari attratto da qualcosa visto in quelle campagne dove sono stati ritrovati i due corpi di madre e figlio. A quel punto Viviana, preoccupata e in preda al panico, avrebbe cercato disperatamente il suo bambino senza però riuscire a ritrovarlo. Avrebbe quindi deciso di arrampicarsi sul pilone della corrente per poter avere una vista più ampia. Anche se qualche dubbio c’è.

Come sottolineato da Mondello “il traliccio è posto più in basso rispetto alla collina adiacente (circostanza che mi lasciava dubbioso su uno scenario di tale guisa) ma lo è, altresì, che è l'unica tipologia di struttura che consenta di guardarsi intorno a 360 gradi. È compatibile, pertanto, con l'idea di chi voglia perlustrare la zona limitrofa; probabilmente (così ipotizzo) per guadagnare il contatto visivo col bambino. Perché per ritrovare il bambino e non per ritrovare la via smarrita? Perché si discorre di un possibile pericolo mortale (da quel traliccio transita corrente elettrica ad alto voltaggio) per cui ipotizzo che una spinta esiziale - tale da far decadere ogni indugio - sia stata, per Viviana, quella di ogni madre responsabile: l'amore ("mi coinvolse un senso di protezione") e la tutela del proprio bambino".

La scelta che è stata fatale

Viviana, sempre secondo la ricostruzione dell’avvocato, sarebbe quindi riuscita a scorgere Gioele. Per fare in fretta e raggiungere il suo piccolo uomo, avrebbe deciso istintivamente di saltare. Ma quella scelta le è stata però fatale. A questo punto Mondello fa sua la ricostruzione di Giuseppe Di Bello, l’ex brigadiere dei carabinieri che ha restituito il bimbo alla sua famiglia. Il bimbo potrebbe aver vagato da solo per i boschi, impaurito, e aver incontrato un animale selvaggio, forse un suino nero dei nebrodi, che lo attaccato. Toccherà adesso agli esperti vagliare anche questa ipotesi e dare le risposte ancora mancanti.

Nella giornata di oggi, presso il laboratorio della Polizia scientifica della Questura di Palermo, verranno eseguite delle analisi sugli indumenti che Viviana indossava. In supporto è arrivato anche un team di esperti che analizzerà tutte le prove raccolte.

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