Cronache

"Meglio mani sporche di sangue". E Giletti "caccia" l'ex brigatista

Raimondo Etro invitato da Massimo Giletti a "Non è l'Arena" attacca tutti e dice una frase: "Meglio le mani sporche di sangue..." che fa decidere a Giletti di farlo uscire dallo studio

"Meglio mani sporche di sangue". E Giletti "caccia" l'ex brigatista

Scontro durissimo a “Non è l’Arena” dove l’ex brigatista Raimondo Etro era stato invitato da Massimo Giletti in un dibattito. Dopo aver attaccato duramente gli altri ospiti presenti, dicendo ad esempio a Rachele Mussolini di essere una zo****a, dice una frase che lascia tutti interdetti riferendosi alle stragi delle Brigate Rosse: “Meglio mani sporche di sangue piuttosto che di acqua”.

Luca Telese presente in studio non ci sta, e chiede a Etro di ritirare immediatamente quella frase orribile, mentre lui ribatte che si tratta semplicemente di una battuta. “Noi non possiamo accettare battute su questo, c’è gente che è morta” risponde un’infuriato Telese. “Questa era una battuta da un romanzo di Graham Greene che tu neanche conosci, e significa che meglio le mani sporche di sangue che lavarsi le mani come Ponzio Pilato, tu sei un ignorante, e comunque mi avete invitato voi, non ci sono venuto io” gli risponde altrettanto alterato Etro.

Interviene Massimo Giletti, perché gli opinionisti presenti, tra cui anche Daniela Santanché, pretendono le scuse da parte dell’ex Brigatista trovando estremamente offensiva una frase del genere. Ma per tutta risposta lui non cede di un centimetro e anzi risponde: “Scusa al c***o”. A questo punto il conduttore che fino a quel momento aveva cercato di mantenere la calma all’ennesima offesa, lo allontana dello studio. "Il taxi glielo pago di tasca mia però quella è la porta - le dice Giletti -Lei questa frase non doveva dirla, questo non è accettabile” e lo accompagna all’uscita.

Poi rivolgendosi al pubblico dice: "Storicamente nella mia vita televisiva e mi rammarico di quello che avviene perchè non è mai piacevole, mi sono capitate due situazioni nelle quali non ho potuto far altro. La prima era quando una persona sorrise sulle leggi razziali e per me era una cosa su cui non si poteva sorridere, ma non si può neanche dire una cosa del genere pensando che a farlo è stato un protagonista di uno degli episodi più tragici della nostra democrazia: la morte di Moro, dei suoi uomini di scorta, questo non è accettabile. Quindi quando dice una frase del genere io speravo che capisse che le battute su certe cose non si possono fare. Si poteva tornare indietro.

Mi spiace per Etro, ma io non avevo altra alternativa che indicargli l’uscita".

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