L'Alfa Romeo prepara la scossa. "Dal 2027 solo modelli elettrici"

Prima John Elkann, da presidente di Ferrari («favorevoli al piano Ue del tutto elettrico dal 2035»), ieri l'ad di Stellantis, Carlos Tavares: sulla «scossa» (imposta) la linea comune (Elkann è anche presidente di Stellantis) è la stessa, cioè accelerare

L'Alfa Romeo prepara la scossa. "Dal 2027 solo modelli elettrici"

Prima John Elkann, da presidente di Ferrari («favorevoli al piano Ue del tutto elettrico dal 2035»), ieri l'ad di Stellantis, Carlos Tavares: sulla «scossa» (imposta) la linea comune (Elkann è anche presidente di Stellantis) è la stessa, cioè accelerare. E così, nel giorno della prima semestrale di Stellantis, ecco Tavares sganciare una vera bomba: dal 2027, quasi dopodomani, le Alfa Romeo saranno solo elettriche. Insomma, dal «cuore sportivo» si passerà alla «batteria sportiva», con un precedente illustre, quello di Ferrari, che nel 2025 svelerà la sua prima supercar 100% elettrica.

E mentre di Fiat («scossa» totale dal 2030) già si sapeva, Tavares si sofferma anche sulla rediviva Lancia («Ho visto alcuni futuri modelli: molto belli, porteranno alla profittabilità»): dal 2024 elettrificazione e dal 2026 solo auto elettriche. A fine anno, si conoscerà il piano industriale che guiderà Stellantis, con tutti i dettagli su investimenti e allocazioni dei modelli nel mondo. In autunno, invece, ci sarà il «Software day» su digitalizzazione e nuove tecnologie. Una notizia positiva riguarda Maserati. Alla vigilia del lancio del Suv Grecale, torna in attivo grazie al risultato operativo rettificato di 29 milioni e la quota mercato in crescita. In Stellantis, dunque, tutto cambia: la Gigafactory a Termoli è solo la prima di una serie di trasformazioni che aspettano le fabbriche italiane. E Tavares, in proposito, ha sottolineato «l'alto dialogo in corso con governo e sindacati». Punto fermo resta l'elevato costo della produzione in Italia: «Ai sindacati - così l'ad - abbiamo spiegato che non si può mantenere lo status quo e quasi tutti hanno capito che si sta cercando di fare il meglio per proteggere il gruppo e per il futuro». L'impegno è quello di non chiudere impianti in Italia, ma di agire, nel caso, attraverso uscite volontarie. E qui Tavares ha ricordato i risultati positivi conseguiti, da Psa, con Peugeot e quindi con Opel. Fondamentale, comunque, sarà raggiungere gli obiettivi sulle emissioni di CO2. Ma spingere sull'elettrificazione comporta un aumento dei costi del 40% che dovrà essere ammortizzato. Tavares si è posto consapevolmente una domanda: «Come reagiranno i cittadini in una democrazia a questo aumento, che sarà la conseguenza delle scelte politiche portate avanti sull'elettrificazione». E ha aggiunto: «Per Stellantis questo vorrà dire rivedere il break-even dell'azienda, che oggi teniamo molto sotto il limite, proprio per compensare ogni tipo di volatilità del mercato. Se il costo della mobilità salirà, saremo pronti e non ci faremo sorprendere».

Ferdinando Uliano, segretario nazionale del sindacato Fim-Cisl, nel giudicare positiva la spinta green, chiede chiarezza sulle fabbriche di motori «che devono essere riconvertite per salvare occupazione e prospettive». Ci lavorano 7mila persone alle quali sono da aggiungerne altre 7mila nella componentistica.

Stellantis (+4,2 a 17,06 euro in Borsa) chiude il semestre con ricavi netti a 75,3 miliardi (+46%) e un utile netto di 5,936 miliardi (nel 2020 perdita di 813 milioni). Il risultato operativo rettificato è di 8,6 miliardi, con l'11,4% di margine, e ammontano già a 1,3 miliardi i benefici di cassa dalle sinergie.

La liquidità industriale disponibile è di 51,4 miliardi. Alzata anche la guidance per il 2021 a circa il 10% di margine del risultato operativo rettificato. Cambio di strategia, infine, sul fronte cinese: discussioni sono in corso con due partner.

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