Nessuna catena è più resistente del suo anello più debole. Il tentativo di evitare la diffusione del Coronavirus in Italia naufraga così sulla fragilità delle tutele prese nei confronti di chi non era stato personalmente nel cratere cinese o direttamente e consapevolmente a contatto con qualcuno, cinese o no, ad alto rischio. Un granello ha vanificato quella che sembrava essere una muraglia insormontabile, come il blocco dei voli da e per la Cina, i meticolosi controlli sanitari in porti e aeroporti, l'autoquarantena messa in atto dalle comunità cinesi sparse per l'Italia.
Il paziente zero dell'epidemia che sta paralizzando - per ora - un pezzo di Lombardia è probabilmente un italiano di ritorno, chissà in che modo, dalla Cina e sfuggito, chissà come, alla rete di protezione. Se così fosse - ma è ancora tutto da chiarire - l'irresponsabile sarebbe lui, non il sistema di protezione messo in atto dal governo. Semmai quello che sta succedendo è la prova che chi, come noi, invocava più cautela e auto prevenzione, tipo tenere lontani da scuola per il tempo della quarantena i bambini e i ragazzi rientrati dalla Cina, non era un pericoloso razzista. Così come chi oggi chiede di bloccare con qualsiasi mezzo gli sbarchi dall'Africa - altro continente in cui si registrano i primi contagi - non è insensibile, ma saggio.
Abbiamo visto in Lombardia come un solo portatore della malattia sia in grado di contaminare velocemente decine di persone; le quali contageranno altri a ritmo esponenziale, se non si interviene in tempo. Ogni smagliatura nella rete di protezione è quindi una potenziale slavina. E se anche un solo rivolo di questa slavina finisce in una metropoli, allora sì che sono guai seri, perché un conto è sigillare, bonificare e assistere cittadini malati e sani di un paese come Codogno - undicimila abitanti - altro è fare la stessa cosa a Milano, Roma o Napoli.
Siamo sicuri che la Regione Lombardia farà tutto il possibile per arginare la falla in fretta e bene, ma per favore ora basta con le stupide
manifestazioni di solidarietà delle amministrazioni di sinistra con le comunità cinesi e con i soggetti a rischio che non fanno che aumentare il pericolo di contagio. Anche questo tipo di antirazzismo può fare più danni del razzismo.
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