Milano, focolaio in palestra. Contagiato un vaccinato. Allarme variante delta

Preoccupa il caso di variante "indiana" all'interno del focolaio scoppiato nella palestra Virgin Active di Milano: "Era stato vaccinato"

Milano, focolaio in palestra. Contagiato un vaccinato. Allarme variante delta

Sta facendo discutere il caso del focolaio Covid scoppiato nella palestra Virgin Active a Città Studi, Milano. La palestra ha riaperto secondo le disposizioni vigenti il 24 maggio, attenendosi a tutte le precauzioni anti Covid. Nonostante ciò, sono stati individuati dieci contagiati, e ben 140 frequentatori della palestra sono stati invitati a sottoporsi al tampone.

Ma l’anomalia riscontrata è che uno dei positivi avrebbe contratto l’ormai nota “variante indiana” o “delta” del virus, nonostante avesse già effettuato i due richiami prestabiliti del vaccino. La persona positiva alla variante indiana è un sanitario, ed ora Ats chiede di “sequenziare” il campione di laboratorio e di monitorare gli altri positivi, così da accertare che non siano stati colpiti dalla variante. Come si legge su Il Corriere della Sera , l’attività della palestra continua, nel massimo rispetto delle norme anti Covid, ma molti iscritti chiedono di essere informati circa un possibile contagio da variante.

Non è la prima volta che viene trovato in caso di variante delta in Lombardia. "Nella nostra esperienza, da gennaio abbiamo intercettato 12 casi”, ha affermato il responsabile del laboratorio di Virologia molecolare del Policlinico San Matteo di Pavia, Fausto Baldanti, che aggiunge: “Tra questi, 11 erano viaggiatori di rientro dall’India e uno era un contagio “autoctono”. Tutti non vaccinati”. A questo proposito, per mappare la diffusione della nuova variante, l’Istituto Superiore della Sanità ha promosso un’iniziativa che si sta rivelando utile. Una volta al mese ogni Regione analizza diversi campioni di positivi al Covid, per cercare di individuare i casi di variante delta. Nell’ultima analisi effettuata il 18 maggio sono stati rilevati sei casi di positivi alla nuova variante del virus, con una prevalenza del 2,5%. "Sono numeri bassi”, ha dichiarato Baldanti, “non stupisce l’infezione in un vaccinato. Al San Matteo su 4 mila immunizzati, 33 si sono re-infettati: tutti con variante inglese, tutti senza sintomi o con sintomi lievi”.

Intanto, come si apprende da uno studio condotto dal Public Health England, la variante delta sarebbe di circa il 50% più trasmissibile della variante Alfa, e aumenta di 2 volte e mezzo il rischio di essere ricoverati. Dallo studio pubblicato dalla rivista The Lancet è inoltre emerso che la nuova variante del coronavirus risulta essere più resistente ai vaccini, soprattutto dopo una sola dose.

La nuova variante del virus sta diventando la più diffusa in Gran Bretagna, dato che ha portato Boris Jonhson a posticipare addirittura di un mese la riapertura totale del Paese. Nonostante la corsa ai vaccini, l’aumento dei contagi da variante indiana ha preoccupato il premier britannico a tal punto da chiedere ai cittadini “un ultimo sforzo” fino al 19 luglio.

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