Lasciate smoccolare gli anziani della briscola

Lasciate smoccolare gli anziani della briscola

La legge aurea dell'oratorio è chiara: la prima bestemmia si perdona, la seconda si condona, la terza si bastona. D'altronde qualcuno ancora ricorda i cartelli esposti nei pubblici esercizi negli anni '50: «La persona civile non bestemmia e non sputa per terra». È scritto nei Comandamenti, ma soprattutto nelle elementari regole di buona educazione.

Proprio per difendere il decoro (e le altre centinaia di frequentatori), il circolo anziani autogestito di Frascati ha dunque deciso che per un mese non si giocherà più a carte. Motivo? Perché dai tavoli della briscola alcuni avventori lasciavano decollare santi e madonne che nemmeno a Fiumicino in orario di punta. Poco li ha smossi il segno della croce delle pie donne inorridite, a nulla è servito richiamarli a limitarsi a qualche pugno sul tavolo senza dover per forza tirare in ballo Nostro Signore. Niente da fare, ogni giorno stessa scena: si smazza, si danno le carte, si ordina il bianco dei Castelli. E alla prima occasione buona, giù il rosario.

Che dire, difficilmente i blasfemi fuoriclasse dello Scopone di Frascati eviteranno un po' di Purgatorio. Però prima di crocifiggerli in sala ricreazione e di espellerli come clandestini del bon ton, proviamo a contestualizzare la loro colpa. C'era un prete, una volta, a cui piaceva dire: «Dio perdona più volentieri la bestemmia del falegname che si martella il dito della soubrette che fa ciondolare il crocifisso di diamanti tra le tette».

Qui di tette non si parla, al massimo di sette, anche se bello. Eppure il senso è lo stesso. Chi non ha mai perso la brocca per un asso giocato con troppa leggerezza scagli la prima pietra. Chi non ha mai sperimentato lo tsunami di odio contro il mondo che ti monta dentro quando hai tre due in mano e immancabilmente il quarto ce l'ha quello che ti fa scopa in faccia, si erga pure a giudice inflessibile. Tutti gli altri che conoscono l'adrenalina che sgorga dal gesto fisico di sbattere il briscolone sul tavolo e che sanno cosa significa perdere perché il tuo socio si è dimenticato una carta e non ha «strozzato», saranno più comprensivi. Chi gioca a carte sa che per fortuna le spade son solo dipinte, figuriamoci se non capisce una sfuriata. Ci sono guerre civili esplose per motivi più futili.

Perché in fondo - come insegnano i romanzi di Malvaldi - le carte sono la palestra mentale di molti anziani e coppe e bastoni sono la loro cravatta e la loro ventiquattrore, i loro strumenti di lavoro. Davvero volete licenziarli per qualche parolaccia e qualche critica di troppo indirizzata all'Aldilà dopo una vita spesa su questa Terra tra guerre, angustie e ciapanò? Davvero De André non vi ha commosso con i suoi «quattro pensionati mezzo avvelenati» sempre pronti a stracannare e a stramaledire?

In un mondo dove il turpiloquio è normalità e dove per strada o in spiaggia spuntano squadre di tredicenni che bestemmiano per épater la bourgeoisie anche se hanno imparato a scrivere da metà della loro vita, forse il mirino della severità andrebbe spostato più sulle giovani leve, a cui ancora qualcosa si può insegnare.

Lasciate che i bambini vengano a me, diceva Gesù. E lasciate che gli anziani - magari in una stanzetta un po' separata, ecco - nitriscano come cavalli senza biada e senza denari e smoccolino un po', ultimi alfieri disillusi di un mondo abitato da fanti e re.

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