Al conseguimento del diploma, molti studenti decidono di intraprendere il percorso universitario per poi trovarsi tra le mani - al termine della triennale o della magistrale, a seconda dei casi - il cosiddetto "pezzo di carta". Mediante la laurea si dovrebbe, in teoria, trovare più facilmente un lavoro, ma sappiamo benissimo che non è sempre così: perciò il corso di studi universitario finisce sotto la lente di ingrandimento di molti esperti del settore. L'allievo dovrebbe iscriversi ad una facoltà seguendo le sue attitudini oppure tenendo in considerazione le leggi del mercato del lavoro? Le classifiche attuali forniscono un risultato piuttosto interessante: frequentare un corso dedicato alla sicurezza, alla difesa, alla medicina e all'ingegneria elettronica dovrebbe conferire maggiori possibilità di successo nella ricerca di un impiego.
Le retribuzioni
L'Osservatorio Talents Venture, dopo aver elaborato i dati di Almalaurea, ha constatato che il 92% laureati in ingegneria elettronica risulta occupato ad un anno dal titolo di studio. Gli studenti di psicologia e di geobiologia risultano essere i meno soddisfatti in quanto hanno le retribuzioni pià basse. L'infimo stipendio percepito è la principale fonte di sfiducia nei confronti della laurea da parte di chi ha sborsato ingenti costi e dedicato un notevole impegno verso lo studio. L'incasso netto medio mensile nel caso di psicologia è di 670 euro; 863 euro per l'ambito letterario e 959 euro mensili per il gruppo geo-biologico. All'occhio risalta un evidente range: in ingegneria è di 1.407; in giurisprudenza di 1.271 e nel settore economico/statistico di 1.277. Ma a passarsela bene sono coloro che lavorono dopo aver ottenuto una laurea nell'ambito della della difesa e della sicurezza - seguiti da ingegneria elettronica e dell'informazione ed ingegneria industriale - che percepiscono 1.739 euro mensili di reddito. Ecco spiegato perché in questi casi sono davvero rari gli studenti che reputano scarse le competenze acquisite dopo aver svolto il percorso universitario.
La formazione
L'Osservatorio evidenzia un progressivo aumento dei laureati che reputano inadeguata la formazione professionale acquisita all'università: ad esempio il 65% dei laureati del gruppo politico-sociale risulta occupato, ma il 60% reputa inadatta la formazione
ricevuta. Ma c'è chi ha una concezione più drastica: il 40% dei laureati in psicologia reputa addirittura inutile il percorso di studi, che risulta dunque incoerente con il lavoro che - nelle migliore delle ipotesi - si ricopre.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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