Cronache

Il retroscena choc: così è stata portata via Denise

Le novità nel caso della scomparsa di Denise Pipitone: sono spuntate un'auto abbandonata e distrutta e una stanza non accatastata a casa di Anna Corona

Il retroscena choc: così è stata portata via Denise

È sotto indagine, come riporta Ansa la Renault Megane blu, semidistrutta e senza targa ritrovata in via Rieti a Mazara del Vallo. L’ipotesi è che la vettura possa essere stata utilizzata per il sequestro di Denise Pipitone, avvenuto in un giorno di mercato il 1 settembre 2004.

L’auto distrutta

La presenza di quest’auto era stata già menzionata durante una puntata di “Chi l’ha visto?”. Si trovava in un fondo di via Rieti da molto tempo, almeno dal 2017, stando alle riprese di Google Street View, tuttavia non si trovava lì dal 2004. Gli inquirenti pare comunque non vogliano lasciare nulla di intentato in questa seconda indagine sul sequestro della piccola Denise.

La ricostruzione della dinamica del rapimento

Dal punto di vista mediatico, attraverso trasmissioni come “Chi l’ha visto?” e Quarto grado”, si è parlato di come possa essere avvenuta la dinamica del rapimento, ma va ricordato che si tratta solo di ipotesi al momento.

A ridosso dell’orario del rapimento, fu vista sfrecciare per le strade di Mazara un’automobile blu guidata da una donna bionda. Secondo quanto riportato da un supertestimone anonimo - che avrebbe incontrato il legale di mamma Piera Maggio Giacomo Frazzitta nei giorni scorsi - a bordo dell’auto ci sarebbe stata Denise, che piangeva e chiamava mamma. Bisogna vedere se quanto trapelato è stato effettivamente confermato dal testimone, e se questi parlerà anche di fronte alla Procura di Marsala che ha riaperto le indagini. Questa automobile ora al centro delle indagini potrebbe aver portato inoltre la piccola in via Rieti.

Cosa c’è in via Rieti

C’è un magazzino, dove lavorava il defunto Battista Della Chiave. L’uomo, sordomuto, è stato oggetto di due audizioni con altrettante esperte Lis, e di un piccolo incontro con un inviato di “Chi l’ha visto?”. Di recente, due altri esperti Lis, di cui uno specializzato in 10 dialetti e sordomuto dalla nascita, hanno spiegato come in realtà nelle audizioni del signor Battista non si sia compreso tutto quello che era stato spiegato dall’uomo. I due, apparsi più volte a “Chi l’ha visto?”, hanno raccontato che Battista ha affermato di aver visto la bambina, indicando il volto di Denise in una foto sul telefono. Via Rieti è anche il luogo da cui è partita una telefonata alla madre di Anna Corona, per chiedere di recarsi dalle nipoti Jessica e Alice Pulizzi.

Battista ha raccontato di aver visto Denise, forse di averla nutrita e accudita. E poi sarebbero giunti sul posto due uomini, uno dei quali con i capelli ricci, che avrebbero portato via Denise: Battista lo ha raccontato in maniera dettagliata, quasi fosse stato con loro, mostrando a gesti il tragitto di un cavalcavia, forse il ponte Trasmazzaro e degli archi, che farebbero pensare all'architettura delle abitazioni circostanti. Battista ha anche parlato di un faro e di una barca a remi, su cui sarebbe stata imbarcata Denise. Tutti questi luoghi esistono davvero a Mazara del Vallo, ma i parenti di Battista sostengono da sempre che la sua testimonianza avesse a che fare con ricordi di gioventù. Secondo gli esperti Lis è invece contemporanea, o quanto meno non lontana nel tempo.

Si ritiene che la bambina sia passata di mano, non si sa se in effetti seguendo quest’iter ipotetico o un altro, fino a giungere in un gruppo rom. È stato detto che i rom presenti a Mazara furono introvabili in città a ridosso del rapimento e c’è un video, ripreso a Milano dalla guardia giurata Felice Grieco, che mostra una bambina - che assomiglia e parla come Denise - insieme a tre persone presumibilmente di etnia rom, una donna - che nei giorni scorsi è stata identificata da Grieco - un uomo e un bambino con la fisarmonica.

Giuseppe Della Chiave e Anna Corona

Giuseppe Della Chiave e Anna Corona sono attualmente indagati, come ha svelato “Quarto grado”. Il primo è il nipote di Battista: le prime esperte Lis delle audizioni parvero sentire Battista dire “Peppe” o “Beppe”. I nuovi esperti Lis, durante il primo ascolto, hanno invece chiosato: “Non dice Peppe”. Tra l’altro Giuseppe Della Chiave viene chiamato in famiglia Pino: è a lui che avrebbe potuto riferirsi Battista o a un’altra persona, magari esterna alla famiglia?

Anna Corona è invece l’ex moglie di Piero Pulizzi, padre naturale di Denise. Durante la prima indagine la sua posizione fu archiviata, mentre la figlia Jessica Pulizzi, del quale fu comprovato l’odio nei confronti di Piera Maggio, fu assolta in tre gradi di giudizio. Ma è da Anna che le indagini stanno riprendendo: gli inquirenti hanno infatti esplorato il garage della vecchia casa in cui Anna e Jessica vissero al tempo del sequestro, esaminando in particolare una botola d’accesso a una cisterna d’acqua, che è molto comune nelle abitazioni del Sud Italia per via delle carenze idriche. Ma a “Quarto grado” si è parlato anche di una scoperta insolita.

La stanza segreta

Gli inquirenti cercavano una stanza segreta a casa di Anna Corona? A “Quarto grado” è stato mostrato come una camera non corrisponda alla pianta che figura sul catasto. La stanza in questione dovrebbe essere alta 4 metri, e invece è alta poco più di due, con un soffitto in legno e non in bolla. Tuttavia in quel controsoffitto non ci sono aperture tali da ipotizzare l’effettiva esistenza di questa stanza segreta.

La famiglia allargata

Quando si parla del sequestro di Denise, spesso ricorre l’espressione “famiglia allargata”, per parlare delle ipotesi connesse al rapimento. Negli ultimi giorni, in tv, si è parlato anche di altri elementi di questa famiglia, che tuttavia le prime indagini non avrebbero preso neppure in considerazione, poiché completamente estranei alla vicenda. Lo ha ribadito Piera Maggio con uno status su Facebook in cui ha scritto: “Abbiamo sempre cercato la verità sul rapimento di Denise, anche adoperandoci per fare in modo che questa emergesse. Raccontare parzialmente fatti già verificati, facendo allusioni che non hanno portano a nulla, di certo servono solo a creare illazioni e diffamazione. Sappiate che durante il processo di primo grado, l'unica pista alternativa evidenziata dai legali dell'imputata è stata solo e soltanto la pista rom, non altri.

Questo per far comprendere a tutti, che nonostante alcuni dissidi, non esistevano i presupposti per accusare altri appartenenti alla cerchia ristretta dei familiari di Denise, poiché hanno collaborato, le loro posizioni furono vagliate, chiarite ed escluse dall’inchiesta".

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