Cronaca giudiziaria

L'autobavaglio della presunta stampa libera

Ad eccezione del Giornale, di Libero e de La Verità, ieri nessun quotidiano ha messo in prima pagina la notizia dell'archiviazione dell'inchiesta sulla cosiddetta lobby nera

L'autobavaglio della presunta stampa libera

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Ad eccezione del Giornale, di Libero e de La Verità, ieri nessun quotidiano ha messo in prima pagina la notizia dell'archiviazione dell'inchiesta sulla cosiddetta lobby nera, di cui tanto s'era parlato. Motivazioni politiche? In parte è senz'altro così. Ma c'è purtroppo qualcosa di peggio, di più profondo: qualcosa che, nei casi di errore giudiziario, rende noi giornalisti più responsabili dei magistrati.

Sempre ieri, infatti, solo il Giornale e Il Tempo hanno messo in prima anche un altro caso che di politico non ha nulla: quello del professor Giuseppe Novelli, ex rettore di Tor Vergata, accusato di tentata concussione e istigazione alla corruzione e assolto con formula piena dopo otto anni di gogna. Otto.

Perché succede sempre così? Perché avvisi di garanzia in prima pagina e assoluzioni invisibili? È che il cronista giudiziario vive una sudditanza ideologica e materiale nei confronti delle Procure. Ideologica perché siamo tutti cresciuti a film con buoni e cattivi e pensiamo che il pm, rappresentando lo Stato, sia sempre nel giusto, mentre l'avvocato è un privato pagato per aiutare il cliente a sfangarla. E materiale perché il cronista giudiziario è uno che per anni, spesso per decenni, non frequenta altro che tribunali e procure: stringe rapporti e pure amicizie con pm e agenti di polizia giudiziaria, con cancellieri e addetti alle fotocopie. Quello è il suo mondo e il suo pane perché è da lì, e solo da lì, che può portare a casa le notizie. Certo anche gli avvocati passano qualche carta. Ma è il pm l'origine prima delle inchieste, e quindi delle notizie. Se hai un buon rapporto con lui, lavori; se non ce l'hai, torni in redazione con il taccuino vuoto. Non credete ai colleghi che sostengono di aver fatto chissà quali indagini personali: sono imbroglioni. Non c'è notizia o intercettazione che non esca dai palazzi di giustizia.

Si aggiunga infine, a proposito di sudditanza, la non irrilevante paura delle querele che i magistrati, quando criticati, spesso fanno ai giornali.

Ecco perché le cronache giudiziarie sono tanto sbilanciate. Delle prime pagine di ieri, lo s'è detto non per dimostrarsi migliori: scagli la prima pietra chi è senza peccato.

È per ricordare che, di tante persone mediaticamente uccise, la nostra categoria se ne infischia: denuncia leggi bavaglio e poi da sola s'imbavaglia per tenere in vita l'immensa Sputtanopoli che ha creato.

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