Cronache

Lecco, classe in sciopero contro compagno violento

I genitori di una quarta elementare del Meratese hanno deciso di non mandare i propri figli a scuola per chiedere di risolvere il problema di un alunno violento

Lecco, classe in sciopero contro compagno violento

Un alunno violento provoca la sciopero dei bambini di una classe che, per protesta, non si sono recati a scuola. È la curiosa quanto disperata iniziativa di un gruppo di genitori di una quarta elementare del Meratese, nel cuore della Brianza lecchese. Come scrive Il Corriere della Sera, i genitori hanno deciso di non mandare i figli a scuola sia martedì che mercoledì mattina. E in classe si sono presentati solo tre alunni, fra cui il bambino violento causa dello "sciopero".

"Abbiamo deciso di non mandare i nostri figli a scuola in quanto sono impossibilitati a seguire il regolare svolgimento delle lezioni a causa di un ambiente insicuro, che non garantisce la loro incolumità. Più volte abbiamo fatto presente la gravità della situazione ai responsabili preposti, tramite lettere, incontri, richieste, ma senza aver avuto un’idonea ed adeguata soluzione", così si legge nel comunicato delle famiglie.

Ma questa protesta da parte dei genitori delle vittime, nasconde anche un dramma, che è forse quello della prima vera vittima: il bambino violento. Un bambino di 10 anni, con un quoziente intellettivo anche molto alto, una vita normalissima, genitori modello, ma con uno spirito violento oltre l'immaginabile, a tal punto da aver provocato lesioni di una certa rilevanza anche ai docenti, oltre che ferito i suoi compagni di classe.

Un caso che sta sconvolgendo anche il sindaco. "Non dormo da settimane per quanto sta accadendo. Abbiamo davvero tentato tutte le strade possibili, ma è difficile trovare una soluzione, anche perché le ragioni in questa delicata vicenda non stanno da una sola parte. Ha ragione la madre del bambino quando mi dice che anche suo figlio ha il diritto di andare a scuola come tutti. Hanno ragione i genitori degli altri alunni, che hanno paura tutte le volte in cui i loro figli varcano la porta della scuola".

E la soluzione è difficile da trovare, visto che nessun professore di sostegno vuole farsi carico del delicato caso.

Commenti