Forse ve li ricorderete, visto che i grandi media ne hanno parlato per giorni cercando di sfruttare la loro storia per far approvare la legge sullo ius soli. Sono i giocatori di basket della "Tam tam", la squadra di Castel Volturno, in provincia di Caserta, allenata da Massimo Antonelli e formata da ragazzi immigrati (senza cittadinanza italiana) tutti tra i 13 e i 15 anni. Le regole della Fip non permettono al team di iscriversi al campionato perché ha una quota stranieri troppo grande, visto che i giocatori - seppur nati in Italia - non sono ovviamente italiani.
E allora il governo ha deciso di inserire nel decreto fiscale una misura che riguarda proprio questo singolo caso. Permettendo così alle società affiliate a federazioni sportive di tesserare giovani stranieri non in regola con il permesso di soggiorno. In sostanza lo ius soli per lo sport. Unico requisito aver seguito 4 mesi di scuola. Altro che ius culturae (dove per ottenere la cittadinanza servono 5 anni di aule scolastiche alle spalle).
Il fatto è che mentre il governo si fa in quattro per permettere ai Tam Tam di scendere in campo, non fa lo stesso per i ragazzi italiani della scuola media San Paolo di Parma, fondata tra anni fa don Francesco Rossolini. Come spiega La Verità, l'istituto, non essendo riconosciuto come "paritario", è stato escluso dalle competizioni dei campionati provinciali studenteschi di corsa campestre. Mentre gli immigrati irregolari possono giocare a basket, gli italiani "non paritari" non possono correre contro i loro coetanei delle scuole pubbliche.
Per la scuola di don Francesco non si è mosso il ministro dello Sport, Luca Lotti. Tutto tace.
E così i ragazzi iscritti alle scuole private non paritarie rimangono esclusi. Peggio dei figli degli stranieri. E pensare che la scuola di don Rossolini ha 50 studenti, anche stranieri. Ma loro forse valgono di meno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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