Lettera aperta a chi opera nella scuola

Lettera aperta a chi opera nella scuola

A tutti gli Amici che a vario titolo operano nella buona Scuola Pubblica, Statale e Paritaria

Carissimi,

quando riceverete questa lettera, non credo che le vicende politiche, qualunque ne sia l’esito, avranno di molto incoraggiato o migliorato la situazione della Scuola italiana.

Guardare in faccia la realtà, però, è sempre utile, per intravedere una luce possibile e per inquadrare il lavoro quotidiano di tutti noi in una prospettiva di consapevolezza e di supporto ad una futura soluzione.

I neo dirigenti scolastici, pieni di buona volontà, sin dal loro insediamento si troveranno ad affrontare i problemi stratificati e calcificati da anni. In molti casi troveranno la scuola con vuoti di organico per docenti ed ATA, priva del DSGA titolare, figura apicale di grande importanza per il buon funzionamento amministrativo.

Il Governo sul lato del grave problema del precariato scolastico ha perso troppo tempo e la crisi in atto è capitata in un momento cruciale per la scuola che potrà contare sui vecchi e sui nuovi dirigenti volenterosi, ma col problema ancora da affrontare per le migliaia di posti vacanti da coprire con supplenze, spezzettate su miriadi di plessi.

Il diritto allo studio e l’inclusione dei diversamente abili viene assicurata solo a parole; nelle scuole della Lombardia i posti verranno coperti con supplenti annuali e temporanei privi di titolo di specializzazione e di competenze specifiche, che aspirano alla nomina su posto di sostegno per assicurarsi legittimamente uno stipendio e fanno quello che possono.

E’ evidente che il servizio nazionale di istruzione è in grave difficoltà: se la situazione della Lombardia è tale, si può immaginare quale sia in altre Regioni.

Le scuole pubbliche paritarie, anche quando sono ben organizzate, soffrono per a) la perdita di docenti che legittimamente accettano il ruolo nello Stato; b) l’impossibilità di essere scelte a causa del fattore discriminante (e incostituzionale) della retta da pagare. Il povero, in sostanza, e peggio se portatore di disabilità, deve accontentarsi ed è costretto a “scegliere” la scuola statale.

Solo una forte carica motivazionale e carismatica può consentire alle scuole pubbliche paritarie di continuare il proprio servizio pubblico, che per 800.000 alunni costa allo Stato 500 milioni di euro annui, a fronte dei 56 miliardi di euro annui che spende per i 9 milioni di studenti delle scuole pubbliche statali.

La soluzione è una: occorre garantire la libertà di scelta educativa dei genitori dando a questi il potere decisionale attraverso il costo standard di sostenibilità per allievo. In sintesi, come i tecnici del Ministero ben sanno, il sistema di una quota capitaria da assegnare ad ogni alunno della Scuola pubblica italiana, statale e paritaria:

- permetterebbe di soddisfare il diritto fondamentale a) degli alunni, inclusi i portatori di handicap, di apprendere senza alcuna discriminazione, b) dei genitori di scegliere la scuola in cui educare i propri figli, come avviene in tutta Europa tranne la Grecia, c) degli insegnanti delle scuole pubbliche italiane di scegliere se insegnare in una pubblica paritaria o in una pubblica statale, a parità di stipendio;

- favorirebbe la concorrenza fra le scuole, rendendo più efficiente il sistema educativo italiano;

- lo Stato risparmierebbe notevolmente – dai 3 ai 7 miliardi di euro annui - sulla spesa del Servizio Nazionale di Istruzione.

Allo scopo segnalo un prezioso ausilio video, realizzato dalla Scuola Giovanni Paolo II di Melegnano. Credo possa essere uno strumento agile ed esaustivo per una sana azione culturale (clicca qui per il Video); vi prego di volerlo condividere con gli studenti e le loro famiglie e con quanti accostate anche attraverso i vari strumenti social.

Carissimi, il messaggio che desidero offrirvi all’inizio di quest’anno scolastico fa semplicemente appello all’intelligenza di tutti noi, affinchè la situazione della scuola pubblica italiana, statale e paritaria, sia compresa nella sua realtà.

E’ assolutamente opportuno, da parte di chi gestisce Buone Scuole Pubbliche – Stato, Regioni, Comuni, Enti privati – il plauso nei confronti dei propri Collaboratori che quotidianamente, con impegno, intelligenza e – anche – soddisfazione personale contribuiscono in modo fattivo e utile alla formazione di tanti bambini, ragazzi, giovani, ben oltre e con più efficacia di quanto proponga l’ultima normativa sull’educazione civica… e con esempi e motivazioni migliori di quanto recentemente offerto dall’Aula per eccellenza.

Coraggio a tutti e buon anno scolastico,

ricco sicuramente di difficoltà, impegni e fatiche, ma anche soprattutto – perché così deve essere - di soddisfazione per il bene che ciascuno farà. Riflettendo sulle condizioni che gli permettono – oppure no – di farlo.

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