Mario Cartasegna non fa decisamente parte di quel numero di italiani che vivono grazie alla pensione minima. Da quanto ha lasciato il suo lavoro come avvocato, dipendente del Comune di Perugia, percepisce un vitalizio da 651 mila euro l'anno, su cui sta indagando l'Inps.
Una storia raccontata dal Corriere della Sera, che oggi ha anche intervistato l'uomo, che non nega nulla. "Lo è assurdo che incassi tutti questi soldi. Ma perché ve la prendete con me?".
Arrivato al posto fisso per concorso, Cartasegna nel 1978 si è visto attribuire anche una percentuale sulle cause e spiega che aveva chiesto "il minimo della tariffa dell'ordine delle cause vinte". Limiti mai aboliti per chi era assunto a contratto.
"Non ero l'unico ad avere un contratto così", spiega al Corriere. E se i colleghi prendono decisamente meno, lo spiega dicendo che di cause tantissime ne ha fatte e tantissime ne ha vinte.
E a Perugia era il solo avvocato."Nel 2010, proposi io, visto che ero già in pensione, di esser pagato per le cause non ancora chiuse come un professionista, con l'Iva". L'Agenzia delle Entrate disse no. E secondo Cartasegna "avrebbero risparmiato".
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