Cronache

"Libera scuola in libero Stato"

Il partecipato convegno “Libera scuola in libero Stato” è stato caratterizzato da un’ampia trasversalità politica e istituzionale e dall’apporto di autorevoli voci culturali del mondo universitario e associativo

"Libera scuola in libero Stato"

Il partecipato convegno “Libera scuola in libero Stato”, che si è svolto il 13.02.2020 a Palazzo Giustiniani, è apparso ai presenti ma anche agli organi di stampa un evento unico nella storia degli ultimi 20 anni. E’ stato caratterizzato da un’ampia trasversalità politica e istituzionale e dall’apporto di autorevoli voci culturali del mondo universitario e associativo, come mai si è visto, ad oggi, nell’accidentato percorso italiano sul tema della libertà di scelta educativa e del finanziamento della scuola italiana. Questo notevole risultato ci impedisce di dire “siamo all’ennesimo Convegno che ripete le stesse cose.”

1. Si è avuto la sensazione di avere a che fare con “il cavallo di Troia” … c’è stato metodo, perseveranza, cocciutaggine e nulla è stato lasciato al caso. Lungo questi 10 anni si sono chiariti i principi di diritto, individuata la soluzione nei costi standard di sostenibilità che chiaramente agiscono sul diritto di apprendere dello studente, di scelta educativa dei genitori, di insegnamento dei docenti, facendo cessare l’attuale discriminazione economica. Quindi ora si sposta l’attenzione dalla scuola paritaria tout court e ci si concentra sul diritto dei soggetti, collocando il pluralismo nella sua naturale dimensione strumentale. Insomma come a dire: si è sbagliata la battaglia, è il diritto dei genitori che va rivendicato non il diritto della scuola ad esistere. Sembrerebbe una pura disquisizione, una dissertazione per i filosofi, ma al contrario si è giocato tutto qui. L’assist finale era intervenire sul Governo attuale, facendo capire che in modo trasversale, da destra a sinistra (ricordiamo che il pd è nella maggioranza), la richiesta è unanime: si rivedano le linee di finanziamento di tutta la Scuola Italiana (statale e paritaria) attraverso i costi standard. Il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri (PD) Sen. Simona Flavia Malpezzi ha esordito: “Quando tu ami la scuola, non c’è forza politica che tenga.” D’altronde ai senatori di FI, Fdi, Udc e Lega che probabilmente hanno avuto gioco facile, essendo all’opposizione, ad invocare autonomia, parità e libertà di scelta educativa attraverso la strada maestra dei costi standard di sostenibilità, l’appoggio arriva proprio da una componente del Governo (il più forte dei due alleati stando ai risultati delle ultime elezioni), la sen. Valeria Fedeli, che in modo pragmatico dichiara: “Mi auguro che la commissione sui costi standard di sostenibilità istituita con D.M. riprenda, e lo domando pubblicamente.” Sin dal 14.11.2019 la richiesta era stata unanime e chiara. Un’esposizione importante che, pena la contraddizione in termini, nessuno potrà più rimangiarsi, ma è difficile che avvenga! E che ci fosse un impegno era chiaro sin dall’invito come dalle aspettative, ragione per cui l’unica forza che si è sottratta al confronto, oltre ad essere sempre una sconfitta per la politica come ha dichiarato il premier Conte: “Per una forza politica è sempre una sconfitta non sedersi ai tavoli”, peggio se di confronto.

2. Una seconda certezza raggiunta: il diritto leso è quello della famiglia, non quello della scuola paritaria. Non c’entra la scuola cattolica, non si esce fuori tema. Qui le vittime sono altre. Anzitutto i genitori, che dopo aver messo al mondo i figli sono considerati incapaci di intendere e di volere: se sono poveri per essi provvederà lo Stato (Art. 30, 2^ comma Cost. Italiana). La scuola paritaria, negli anni, probabilmente è stata deficitaria nel denunciare i termini della questione, impedendo così la presa di coscienza nei cittadini di una gravissima discriminazione perpetuata ai danni delle categorie più fragili (allievi, genitori e docenti svantaggiati economicamente). Le scuole paritarie che stanno chiudendo sono le scuole del centro sud, delle periferie…quindi stiamo dando una mano alle scuole dei ricchi per i ricchi. Stiamo avvantaggiando i ricchi riducendo le possibilità ai poveri. Stiamo favorendo un sistema scolastico classista, regionalista e discriminatorio. Un governo che non consente ai genitori la libertà educativa, agli studenti il diritto di apprendere, ai docenti delle paritarie di abilitarsi, sta favorendo, de facto, le scuole dei ricchi. Devi vedere chi è morto per strada per capire quale è il nemico che realmente intendevi colpire… distruggendo le scuole che i poveri potrebbero ancora scegliere in realtà si intende alimentare la discriminazione e un sistema classista, facendo l’esatto contrario di quanto auspica l’art. 2 della Cost. Italiana “E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”).

3. la Sen. Alessandra Gallone, che ha promosso l’evento della trasversalità, raccoglie le fila delle varie sollecitazioni e lancia una richiesta che ora giunge al Governo in modo unanime, compatto, trasversale (anche da una delle forze che oggi lo compongono): IL GOVERNO SI IMPEGNI PER IL COSTO STANDARD PER LA SCUOLA. L'evento di oggi, unico per i protagonisti coinvolti, dimostra che, dopo venti anni, è doveroso riaffermare la libertà di scelta educativa dei genitori e il diritto alla libertà di insegnamento senza discriminazioni economiche. In questo senso chiediamo al Governo un impegno concreto e puntuale. D’altro canto e parallelamente la Senatrice annuncia che questi eventi saranno ripetuti – come è stato da più parti richiesto anche nel corso del Convegno – presso il territorio per favorire una cultura della parità e una presa di coscienza dal basso. Certamente il cittadino sa che, sull’asse cartesiano, dal punto zero siamo al punto 6. Il Governo se ne assuma la responsabilità: ora potrà o garantire un diritto o cancellarlo, ma dovrà dirlo ai genitori. Dovrà dire: per te, contribuente povero, provvede lo Stato a istruirti il figlio… perché solo il ricco può scegliere, in un sistema classista.

Bizzarro, per un governo che ha fatto dei poveri la propria bandiera elettorale.

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