L'Ilva inizia lo spegnimento degli altoforni: "In linea con indicazioni custodi"

Il direttore dell'acciaieria risponde all'ultimatum della magistratura: "Realizzate tutte le attività prescritte"

L'Ilva inizia lo spegnimento degli altoforni: "In linea con indicazioni custodi"

Gli altoforni dell'Ilva si avviano allo spegnimento. Adolfo Buffo, direttore dell'Ilva di Taranto, fa il punto della situazione sugli altoforni dell'acciaieria. Sottolinea che "lo spegnimento dell'altoforno 5" è stato affidato alla Paul Wurth. E che la società "sta raccogliendo tutti i disegni progettuali" dell'impianto realizzato dalla Nippon Steel.

La stessa società curerà lo spegnimento dell'altro altoforno, il numero 1, che "sarà spento entro l'1 dicembre" e il "progetto per ricostruirlo".

Buffo, parlando con i giornalisti ha anche detto di ritenere che "tutte le attività prescritte sono state realizzate e comunicate ai custodi giudiziari". I tempi sono dunque "in linea con le indicazioni fornite dai custodi". La dichiarazione del direttore vuole essere anche una risposta a quando deciso dalla magistratura e alle attività già intraprese dall'acciaieria.

La battaglia sindacale

Dallo stabilimento dell'Ilva di Taranto dipende larga parte del lavoro della sede genovese. Rsu Fim e Uilm Uil hanno indetto uno sciopero di ventiquattro ore per mercoledì prossimo per contestare la nuova direttiva della Procura di Taranto, che chiedeva di avviare lo spegnimento entro pochi giorni. Secondo le sigle sindacali mantenere in attività soltanto gli altoforni 2 e 4 non è sufficiente a garantire la sopravvivenza delle altre sedi dell'acciaieria: Genova, Novi Ligure e Racconigi. Si arriverà alla "chiusura degli stabilimenti".

Le istituzioni

Sulla situazione dell'Ilva è tornato a parlare anche il sindaco di Taranto, Ippazio Stefano, secondo il quale "fino ad oggi l'azienda non ha collaborato per sanare la questione ambientale", a dispetto delle disposizioni della magistratura.

Se il primo cittadino di Taranto lamenta la lentezza dell'acciaieria, Claudio Burlando, governatore della Liguria, non si rassegna "all'idea che questo Paese perda l'intera filiera produttiva dell'acciaio e 20 mila posti di

lavoro". E chiama in causa il governo, perché assuma "decisioni importanti per costringere l'azienda a fare investimenti per l'ambientalizzazione che consentano di tenere aperta una filiera importante".

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