Coronavirus

"L'immunità di gregge non funziona", gli scienziati gelano tutti

La replica degli 80 esperti arriva per controbattere la teoria del raggiungimento dell'immunità di gregge proposta nel "The Great Barrington", documento firmato qualche giorno fa da un altro gruppo di scienziati

"L'immunità di gregge non funziona", gli scienziati gelano tutti

Un gruppo composto da 80 ricercatori lancia l'allarme sul concetto di immunità di gregge applicato al Covid, definendolo "errore pericoloso, non supportato da alcuna evidenza scientifica". Questo l'aspetto fondamentale del contenuto di una lettera aperta, "John Snow Memorandum", pubblicata sulla rivista scirentifica "The Lancet".

Gli esperti, tra i quali virologi, pediatri, specialisti in malattie infettive ed epidemiologi, parlano dell'elevato rischio di diffusione del virus a causa della trasmissione incontrollata che si sta verificando tra i giovani. Una situazione che potrebbe comportare pesanti ripercussioni sia nell'ambito economico che in quello sanitario: "Oltre al costo umano ciò comporterebbe un impatto disastroso sulla forza lavoro mandando in crisi i sistemi sanitari anche per le cure di routine". Individuare, poi, nella popolazione gli individui più vulnerabili al Covid può divenire un problema decisamente complesso, specie "in alcune aree in cui questi rappresentano il 30% della popolazione. L’isolamento prolungato di ampie fasce di popolazione è praticamente impossibile e altamente immorale", precisano gli esperti.

Puntare, quindi, all'immunità di gregge è una strategia completamente sbagliata che può costare numerose vite umane e gravi conseguenze economiche. Non solo, dato che ciò non sarebbe sufficiente a cancellare definitivamente il virus, in grado di ritornare a ondate. E questo soprattutto perché anche chi ha già affrontato e superato il Covid non ha alcuna garanzia di copertura immunitaria: in tal senso spingono ora le evidenze scientifiche, che riescono a comprovare un'immunità post-infezione della durata di pochi mesi. Il rischio di cadere nuovamente vittime del Coronavirus esiste, quindi, e non solo: in 23 casi registrati nel mondo il nuovo contagio ha comportato conseguenze cliniche peggiori. "I casi di reinfezioni ci dicono che non possiamo affidarci all’immunità acquisita tramite l’infezione naturale per ottenere l’immunità di gregge. Questa strategia non solo causerebbe la morte di molte persone, ma neppure funzionerebbe. L’ottenimento dell’immunità di gregge richiede vaccini sicuri ed efficaci e una vaccinazione diffusa della popolazione", dichiarano gli scienziati.

Un intervento, quello sul "The Lancet", che arriva in risposta al "The Great Barrington", documento online con tanto di petizione in cui altri esperti chiedono ai governi di lasciare che il virus si diffonda tra le persone di buona salute proteggendo invece fino a isolarle le fasce più vulnerabili. In poche parole, dunque, puntare alla tanto contestata "immunità di gregge", raggiungibile quando la maggior parte della popolazione (o grazie al vaccino o grazie alle difese immunitarie sviluppatesi dopo aver già sconfitto il patogeno) diviene appunto immune.

Una posizione criticata anche da Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms:"L’immunità di gregge si raggiunge proteggendo la gente dal virus, non esponendola. Mai nella storia della sanità pubblica è stata usata come strategia per sconfiggere un’epidemia. Tanto meno per una pandemia. È scientificamente ed eticamente problematico".

"Restrizioni continue saranno probabilmente necessarie a breve termine, per ridurre la trasmissione e rivedere i sistemi di risposta pandemici inefficaci, al fine di prevenire futuri blocchi", aggiungono ancora gli 80 scienziati.

"Lo scopo di queste restrizioni è sopprimere efficacemente le infezioni da Sars-CoV-2 a livelli bassi che consentono un rapido rilevamento di focolai localizzati e una risposta rapida attraverso sistemi di ricerca, test, tracciamento, isolamento e supporto efficienti e completi in modo che la vita possa tornare quasi alla normalità senza la necessità di restrizioni generalizzate", concludono.

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