India, il Paese che ha "sconfitto la pandemia"?

Secondo il virologo locale Jacob John, l'India starebbe registrando, giorno dopo giorno, un vero e proprio crollo del numero di nuovi positivi

India, il Paese che ha "sconfitto la pandemia"?

Secondo le ultime osservazioni fatte dai virologi, l'india sembrerebbe il primo Paese al mondo ad avere "sconfitto la pandemia". Ad arrivare a questa conclusione è stato di recente il virologo Jacob John, professore emerito del Christian Medical College di Vellore, nel sud del subcontinente. Dalla fine dello scorso mese, il luminare ha infatti iniziato a sottoscrivere diversi interventi sugli organi di stampa indiani affermando che il proprio Paese sarebbe riuscito a rendere gestibile il Covid, essendo da mesi lì osservabile un appiattimento della percentuale di nuovi contagiati giornalieri e una crescente quota di cittadini che risulta munita di anticorpi contro il morbo.

A detta di John, le nuove infezioni nel Paese sono infatti sempre più contenute rispetto a quelle riscontrate negli scorsi mesi: a fine novembre, ci sono stati meno di 10.000 nuovi casi di coronavirus al giorno, con l'ultima media settimanale che ammonta ad appena 8500 nuovi positivi. Sei mesi fa, al contrario, il subcontinente registrava un positivo su tre, con un culmine di 400.000 nuovi casi al giorno e con un record di ben 414.433 casi censiti il 6 maggio 2021.

La transizione dell'India dalla fase più acuta della pandemia al più rassicurante contesto sanitario attuale, definito da John "fase endemica", sarebbe stata favorita da diversi fattori. La "sconfitta della pandemia", secondo John, sarebbe stata determinata, in primo luogo, dalla decisione delle autorità locali di impegnarsi nel rapido sviluppo di un vaccino autoctono, poi autorizzato a gennaio di quest'anno per l'uso di emergenza. Con quel medicinale è stata ultimamente raggiunta un'alta copertura vaccinale della popolazione, con più della metà dei cittadini adulti immunizzata con una dose e più di un quarto della stessa ad avere ricevuto la seconda somministrazione. Il secondo motivo della "vittoria" dell'India sul Covid sarebbe il fatto che un quarto della popolazione del Paese è composto da persone che hanno meno di quindici anni e che sono quindi in condizioni fisiche meno deteriorabili dal morbo e contestualmente più in grado di sopravvivere all'infezione e sviluppare anticorpi.

La convinzione di avere ormai smorzato stabilmente la virulenza del Covid starebbe quindi spingendo le autorità di Nuova Delhi, evidenzia John, a non prevedere i richiami del vaccino e, di conseguenza, a non ordinare la produzione di nuove dosi dello stesso. Per effetto di questa decisione, si prevede un taglio di almeno il 50% alla produzione nazionale di medicinali anti-Covid.

Poiché i contagi nel subcontinente sono incredibilmente calati e anche in maniera abbastanza veloce, inoltre, sempre più istituzioni locali stanno tornando ad autorizzare senza limitazioni feste e cerimonie pubbliche, assembramenti e spettacoli pirotecnici.

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