Cronache

"Non voglio star con mia moglie". E il giudice dà ragione all'evaso

Un quarantenne rumeno era evaso dai domiciliari a causa dei continui litigi con la moglie. Condotto in carcere, il giudice gli ha dato ragione: l'evasione non rappresenterà un'aggravante nel processo per contrabbando che dovrà sostenere.

Una pattuglia dei carabinieri (foto di repertorio)
Una pattuglia dei carabinieri (foto di repertorio)

Era evaso dai domiciliari a causa dei continui litigi con la moglie ed era quindi stato arrestato e condotto in carcere. Il giudice però gli ha dato ragione su quest'ultimo fatto, disponendo il non luogo procedere con esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto. Protagonista della vicenda svoltasi pochi giorni fa a Pontedera (in provincia di Pisa) è un quarantanovenne di nazionalità rumena, che si trovava già agli arresti domiciliari.

Una misura, quest'ultima, disposta precedentemente dalla Corte d’Appello, in quanto sull'uomo pende un mandato di arresto europeo per altra causa in Romania (legata al contrabbando di sigarette). Negli ultimi tempi gli screzi con la consorte si erano evidentemente fatti più frequenti, vista la decisione di uscire volontariamente di casa e la richiesta di tornare in carcere per sottolineare lo stato di disagio che a suo dire stava vivendo. Un'uscita che, nella sua situazione, ha avuto un peso sotto il profilo penale, trattandosi di fatto di un'evasione.

Tant’è che la segnalazione dell’accaduto da parte dei carabinieri ha spinto la Corte d’appello ad un aggravamento della misura, con l'uomo che è stato trasferito in carcere a Pisa. E nel tribunale del capoluogo pisano si è già celebrato il processo per questa sua azione, con rito abbreviato. Il suo avvocato ha chiesto che del fatto, del soggetto e del contesto, fosse fatta una valutazione a trecentosessanta gradi, ritenendo questi elementi sufficienti a far emergere la mancanza dell’elemento psicologico del reato.

L'imputato uscì infatti dalla propria abitazione per chiedere aiuto, tanto era diventato per lui psicologicamente insostenibile il nervosismo tra le mura domestiche, senza per questo voler consumare il reato di evasione. E il magistrato si è espresso a suo favore: il quarantanvenne rumeno (che è rimasto in carcere) non dovrà dunque rispondere dell'evasione.

E il mese prossimo tornerà in tribunale per l'udienza relativa al contrabbando.

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