
È stato molto interessante sentire come l'assassino Elias Rodriguez urlasse «Free, free Palestine». Aveva appena freddato due ragazzi ebrei ventenni, due israeliani, entrambi membri dell'ambasciata di Washington. Al Museo dell'Ebraismo. Rodriguez scandiva lo slogan a ritmo, un militante disciplinato: il suo doppio omicidio era solo la prosecuzione di una quotidiana, regolare, organizzata attività contro gli ebrei. Del suo antisemitismo, ormai pasto quotidiano anche dei politici e dei media.
Netanyahu ha spiegato più volte che è pronto alla pace purché si restituiscano gli ostaggi e si consegnino le armi: ma no, «ha un progetto di sterminio». Hamas sequestra i camion di aiuti, persino quelli entrati per ultimi, ma no «Israele affama la popolazione», anzi «ne fa un'arma di guerra». Gli attentati terroristici e i missili cadono sui civili israeliani in uno stillicidio quotidiano. Ma no, è Israele a essere genocida. Chi lo ripete, è incredibile, detta la mentalità odierna, e spinge a uccidere: come il comunismo armato al tempo delle Brigate Rosse. Questo sta accadendo.
Hanna Arendt avrebbe iscritto il comportamento del Parlamento italiano in questi giorni nell'album della «banalità del male», salvando il governo che ha respinto almeno la banalizzazione totale della menzogna; ma ormai siamo alla dilagante, istituzionale presenza dei «volenterosi carnefici» di ebrei, nell'informazione e nelle istituzioni. Quella «nukba» che durante il massacro del 7 ottobre telefonò contenta per dire «Mamma guardami, ho ammazzato i miei ebrei», ha ora i suoi seguaci ovunque. Gli ebrei però qui sono chiamati variamente sionisti, Netanyahu, coloni, assassini di bambini... Hanno aiutato non poco gli ebrei che denigrano i loro fratelli: quelli ci sono sempre stati, non importa. Lo dice anche Haaretz. Importante è capire che ormai c'è un vocabolario intero, che comincia con la b come bambini, e poi continua con la c come crimini di guerra, e poi passa alla f di fame per culminare trionfante nella g di genocidio. Questa malvagità è basata su una vera ignoranza, nel rifiuto ad ascoltare la realtà dei fatti, a ricordare, e trova una base nelle istituzioni, mentre lo sbocco ovvio è un sostegno criminale a Hamas e al delitto contro gli ebrei.
In Italia le sinistre hanno trovato la agognata unità depositando una mozione unitaria contro Israele. In aula Giuseppe Conte ha detto «che a Gaza si compie una pulizia etnica», e poi ieri, subito dopo che i due giovani israeliani erano stati uccisi, non ha avuto scrupoli nel dire che la colpa è di Netanyahu. Magnifico. Se fossi un antisemita lo voterei alla prima occasione. Ma sarei attratta anche da Schlein, che parla di un «disegno di sterminio», esprime «tutto il supporto ai palestinesi», mentre Angelo Bonelli torna alla «pulizia etnica» e la Boldrini, dopo la solidarietà per la pizzaiola che ha buttato fuori dal negozio una coppia di israeliani (quella che nei suoi video sventola il libro di Pappe, uno storico furiosamente di parte per cui gli ebrei sono coloni che occupano Israele), ora vuole «collocarsi dalla parte giusta della storia», con Hamas evidentemente.
Intanto l'Ue chiedeva di rivedere i rapporti con Israele: una scelta molto volgare dell'opinione pubblica woke-islamista, e meno male che Italia, Germania e alcune altre nazioni si sono sottratte. Ma in Inghilterra il Parlamento, che dal 1215 rinnova la sua invenzione di democrazia, ha dovuto sentire un attacco furioso e pieno di bugie del segretario di Stato David Lammy, l'accusa di genocidio impazza mentre la psicosi e l'ignoranza si danno ormai la mano: mentre Israele combatte una battaglia di sopravvivenza, Tom Fletcher, il capo del settore umanitario dell'Onu, si inventa che forse in 48 ore moriranno di fame 14mila bambini palestinesi, la Bbc lo segue, poi deve smentire, e lascia una clip sul sito, una dimenticanza...
Il Washington Post viene sbugiardato ieri dall'ambasciatore americano a Gerusalemme Huckabee sulle fake news della distanza fra Usa e Israele. Israele debole, Netanyahu isolato, gli Usa abbandonano, i palestinesi soffrono. E se fosse tutto alla rovescia? Netanyahu regge forte il volante di una guerra molto difficile, in cui non si è mai lasciato che i palestinesi morissero di fame ma si è cercato di non dare i camion in mano ad Hamas.
Del genocidio ha detto meglio di tutti Sami Abu Zuhri, di Hamas: «I bambini nati durante la guerra sono decine di migliaia, uguali a quelli dei nostri shahid, e ne faremo moltissimi ancora per ripetere il 7 Ottobre». Una lezione di genocidio, ma degli ebrei. Pare che molti siano interessati.
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