Lombardia crocevia di jihadisti: "Serve la stretta sulle moschee"

Negli ultimi 68 giorni espulsi 4 radicalizzati, tutti tunisini. Solo coincidenza?

Lombardia crocevia di jihadisti: "Serve la stretta sulle moschee"

Milano – Negli ultimi 68 giorni dalla Lombardia sono stati espulsi ben 4 immigrati radicalizzati e sospettati di attività jihadista. Tutti tunisini. Difficile pensare ad una coincidenza, soprattutto pensando all’attentatore di Berlino, Amri, pure lui tunisino, che dalla Germania, braccato da tutte le polizie europee, aveva scelto di rifugiarsi proprio nel milanese, transitando dalla stazione ferroviaria di Sesto San Giovanni dove è stato poi freddato nel conflitto a fuoco con due agenti di Polizia. L’ultimo tunisino, in ordine cronologico, espulso dalla Lombardia è un 39enne irregolare, detenuto a Brescia per reati di criminalità comune, monitorato per la sua radicalizzazione e l’avvicinamento alla galassia jihadista. Discorso analogo per il tunisino, pure lui irregolare, espulso sabato: senza fissa dimora, si spostava tra Milano e Monza. Prima di loro la stessa analoga sorte era toccata ad altri due tunisini: uno stava a Milano ed è stato espulso il 17 gennaio, l’altro il 29 dicembre. E da ottobre il conto delle espulsioni per sospetta attività o propaganda jihadista in Lombardia sale a otto. Ma il numero si triplica andando a tutto il 2016, connotato da arresti ed espulsioni. Tra questi anche due imam, i predicatori, gli uomini che guidano le moschee e sono punti di riferimento delle singole comunità islamiche. Numeri che fanno della Lombardia il crocevia dell’attività jihadistica sul territorio italiano: del resto la stessa Fatima, di cui si sono perse le tracce in Siria, risiedeva in territorio lombardo. Un allarme che la Lega Nord, con il suo segretario regionale, l’on. Paolo Grimoldi, raccoglie e porta sui tavoli politici di Roma, fino al Ministero degli Interni.

“Bene le espulsioni, bene l'attività di prevenzione delle forze dell'ordine, ma è evidente che occorre risalire ai 'cattivi maestri', a chi indottrina e radicalizza queste persone trasformandoli in potenziali jihadisti, e ai loro finanziatori che li foraggiano. Per questo in Lombardia serve un giro di vite sulle moschee, soprattutto su quelle abusive, e sui centri culturali islamici, serve sapere chi sono gli imam, da dove provengono e da dove provengono i finanziamenti di questi centri. Ma per fare tutto questo servono più uomini, più mezzi e più risorse da destinare in Lombardia che, come dimostrano gli oltre venti provvedimenti di espulsioni o arresti nell'ultimo anno, è diventata l'epicentro dell'attività jihadista in Italia”, osserva Grimoldi.

Che chiama in causa il ministro degli Interni: “Presenterò un interrogazione al ministro Minniti per sapere se intenda rafforzare i controlli sul territorio lombardo, distaccando più uomini e fornendo maggiori mezzi e risorse per il controllo delle moschee e dei centri culturali islamici, ponendo ancora maggiore attenzione su quelle dove predicano imam tunisini”.

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