Coronavirus

Lombardia verso il lockdown: "Peggiorati tutti i parametri"

Il governatore della Lombardia: "Stiamo peggiorando in tutti i parametri, la situazione va tenuta sotto controllo. Ma non c'è ritardo sui vaccini"

Lombardia verso il lockdown: "Peggiorati tutti i parametri"

Lombardia a un passo dalla zona rossa. A dirlo, a Sky Tg24, è il presidente della Region Attilio Fontana. E a preoccupare il governatore è il progressivo peggioramento dei dati, sempre più vicini ai nuovi valori limite.

I dati che fanno tremare la Lombardia

“In Lombardia - spiega Fontana - la scorsa settimana l'Rt si è improvvisamente innalzato a 1,24 (il dato medio era di 1,27 e da 1,25 scatterebbe la zona rossa, ndr) e tenendo conto dei nuovi parametri ci stiamo sicuramente avvicinando alla zona rossa. Stiamo peggiorando in tutti i parametri. Mi auguro che questi numeri si invertano". Un quadro generale in bilico che, in assenza di un’inversione di rotta, porterebbe diretto alla zona rossa, con l’annessa chiusura di negozi e scuole.

Se Rt e pressione sugli ospedali preoccupano, uno spiraglio di luce arriva dall’incidenza del nuovo parametro contagi/popolazione. Negli ultimi sette giorni, in Lombardia ci sono stati 141 casi ogni 100 mila abitanti. La provincia con la maggior concentrazione di casi è Mantova, 271. Seguono Sondrio con 223, Como 219 e Brescia 200. Sono 109 a Milano e 95 a Monza, zone dove la seconda ondata ha picchiato di più tra ottobre e novembre. La provincia con meno casi per incidenza è Bergamo, 43.

Nessun ritardo sul vaccino: dosi conservate per il richiamo

Il governatore fa il punto anche sulla campagna vaccinale in Lombardia, negando intoppi nella gestione. “Non c'è un ritardo perché questa non è una gara a chi arriva prima. Anzi, chi arriva prima rischia di trovarsi in difficoltà". E la tabella di marcia nella somministrazione del vaccino anti Covid sarebbe garantita dall’accordo raggiunto dalla Regione con il super commissario per l’emergenza. “Abbiamo concluso con il commissario Arcuri un accordo in base al quale dovremo finire il primo giro di vaccinazioni il 28 gennaio - ha aggiunto - e il 28 gennaio finiremo il primo giro di vaccinazioni. Poi dovremo fare il richiamo per cui, dato che deve essere svolto fra il 19mo e il 23mo giorno, dovremo avere la certezza di avere le altre dosi di vaccino, altrimenti c'è il rischio di aver fatto il primo giro e di non averlo per il secondo perché si è arrivati troppo presto. E quindi dover ripartire da capo".

Il presunto ritardo della Lombardia risponderebbe, dunque, a un’esigenza strategica di conservare le dosi per il richiamo. “Per essere sicuri che - spiega Fontana - se iniziamo una operazione, la portiamo a termine. Io non capisco perché si debba in ogni caso creare una sorta di competizione che non ha senso".

L'affondo sulla divisione a zone: "Non porta a stabilità"

Molto critico sulla classificazione a zone cromatiche, Fontana ha annunciato che nelle prossime ore parteciperà a un nuovo incontro con il governo, per discutere di eventuali nuove misure. “Da tempo sostengo che in questi mesi abbiamo accertato con sicurezza che ci sono comportamenti che non possiamo permetterci. L’ondeggiamento tra zone gialle, arancioni e rosse non porta stabilità. Con i tecnici dobbiamo quindi concentrarci sui comportamenti da escludere, su quali sono le attività assolutamente da non svolgere”.

E particolare attenzione deve essere riservata alla scuola, bistrattata a causa dell'ulterione impennata della curva di contagi. Per il presidente, la chiusura delle scuole per le classi seconde e terze delle medie e per le superiori è “la questione più grave dal punto di vista sociale, abbiamo fatto tutto quanto ci è stato richiesto dal Governo, anche per quanto riguarda i trasporti. Avevamo fatto un progetto assolutamente preciso e ben fatto. Siamo tutti consapevoli dell’importanza delle lezioni in presenza. L’improvviso peggioramento dei numeri ci ha però costretto a cambiare opinione sulla riapertura.

Ci dispiace, è un lavoro anche abbiamo buttato via anche noi”.

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