Cronache

L'omelia di Natale del Papa: "Basta morti sul lavoro"

Nella notte di Natale, Papa Francesco lancia una sfida contro l'indifferenza verso gli ultimi e invoca maggiore impegno contro le morti sul lavoro

L'omelia di Natale del Papa: "Basta morti sul lavoro"

Messa di Natale con pensiero ai morti sul lavoro per Papa Francesco, che ha celebrato la consueta funzione della notte di Natale dall’altare della confessione della Basilica di San Pietro. Anche quest'anno ha preferito evitare di celebrare alle 22 ma ha anticipato, come l'anno scorso quando ancora c'era il coprifuoco. Papa Francesco, per il secondo anno consecutivo, ha scelto di citare Emily Dickinson, poetessa: "Chi non ha trovato il Cielo quaggiù lo mancherà lassù". Una metafora potente per dire che il Signore "non cavalca la grandezza, ma si cala nella piccolezza" del Dio bambino che nasce. Francesco ha invitato i credenti ad "abbracciare Gesù nei piccoli di oggi", che vengono identificati negli ultimi e nei dimenticati, mettendo da parte disprezzo e indifferenza.

Il successore di Pietro ha voluto dedicare parte della sua omelia alla strage di lavoratori in Italia, alle morti bianche che continuano a essere una piaga del nostro Paese. Invita tutti alla riflessione, soffermandosi su quelle quasi 3 vittime al giorno di media che il 2021 ha fatto sul lavoro. E invita tutti alla riflessione chiedendo ai fedeli di "tornare a Betlemme", ossia alle origini della semplicità, a quello che è il vero senso del Natale e della fede: "Guardiamo al presepe e vediamo che Gesù alla nascita è circondato dai piccoli, dai poveri. Chi sono? I pastori. Stavano lì per lavorare, perché erano poveri e la loro vita non aveva orari, ma dipendeva dal gregge. E Gesù nasce lì, vicino a loro, vicino ai dimenticati delle periferie. Viene dove la dignità dell’uomo è messa alla prova". Quindi ha scandito: "Nel giorno della vita basta morti sul lavoro! E impegniamoci per questo"

Gesù è venuto a "nobilitare gli esclusi e si rivela anzitutto a loro: non a personaggi colti e importanti, ma a gente povera che lavorava". La dignità del lavoro, soprattutto di quelli più faticosi e pericolosi, è stata messa al centro della sua omelia dal Santo Padre, che ha ricordato che "Dio stanotte viene a colmare di dignità la durezza del lavoro". Il suo arrivo "ci ricorda quanto è importante dare dignità all’uomo con il lavoro, ma anche dare dignità al lavoro dell’uomo, perché l’uomo è signore e non schiavo del lavoro".

La sfida del Natale lanciata da Papa Francesco è quella di vincere l'indifferenza avvicinandosi ai poveri: "Un unico timore ci assalga: ferire l’amore di Dio, ferirlo disprezzando i poveri con la nostra indifferenza".

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