Cronache

L'operazione Unicredit-Mps tra rischi e incognite

Per uno scherzo della natura fu Andrea Orcel a consigliare ad MPS, nel 2007, di acquistare per nove miliardi l'Antonveneta. Oggi Orcel si trova alla guida di Unicredit e per uno scherzo del destino, questa volta tocca a lui comprarsi Mps-Antonveneta.

L'operazione Unicredit-Mps tra rischi e incognite

Per uno scherzo della natura, o meglio della Finanza, fu Andrea Orcel a consigliare al Monte dei Paschi di Siena, nel 2007, di acquistare per nove miliardi l'Antonveneta. Oggi Orcel si trova alla guida di Unicredit e per uno scherzo della politica, o del destino, questa volta tocca a lui, e ai suoi azionisti, comprarsi il pacco Mps-Antonveneta. Dopo quell'incauto shopping la banca senese non si è più ripresa: ha bruciato la sua storia, miliardi dei suoi azionisti, e altrettanti dei contribuenti italiani. È la banca più radioattiva in circolazione. E Orcel, che conosce bene l'origine di quella radioattività, ha messo le cose in chiaro. Vediamole, con semplicità.

Unicredit compra solo a certe condizioni. La prima sono i due miliardi di sconti fiscali. Il Tesoro, oggi azionista del Monte, deve inoltre accollarsi possibili contenziosi legali, crediti in sofferenza e dipendenti. Non basta.

Nel mercato tutti sanno, che soprattutto al Sud, ci sarebbero problemi di antitrust sugli sportelli: facile, molto facile, che un buon numero vengano smollati a qualcun altro.

Orcel avrebbe dunque fatto bingo? Mica tanto. Oggi uno sportello bancario è un costo, mica un vantaggio. C'è liquidità in abbondanza e le banche non sono così felici di avere sui loro conti miliardi dei risparmiatori parcheggiati in filiale. Alcuni Istituti hanno iniziato a far pagare per depositi sopra una certa cifra. Insomma comprare sportelli oggi serve a poco. Quel che conta per il business bancario è vendere prodotti ai propri correntisti: da fondi a credito industriale, da assicurazioni a gestioni. Insomma non servono le «concessionarie», ma le fabbriche dei prodotti: è lì che si fanno i margini.

Ebbene, Unicredit ha venduto tutte le sue fabbriche. E oggi rischia di comprarsi una rete in cui vendere prodotti realizzati da terzi. Non proprio un affare.

Ecco perché l'operazione Unicredit-Mps rischia di essere deboluccia. Quel che è certo è che i contribuenti pagheranno un ulteriore prezzo per la follia della gestione del Monte. Per quanto riguarda gli azionisti di Unicredit la questione è di prospettive. Se Orcel si ferma qua, ha solo tolto una gigantesca castagna dal fuoco al governo e Banca d'Italia. Se invece continua con lo shopping, le cose potranno cambiare e di molto. Ci sono due strade: Bpm o Mediobanca. Nessuna delle due semplice.

Anche se il boss di Unicredit potrà far valere una sorta di wild card con il governo.

Commenti