Cronache

L'orrore delle spose bambine: "Dovevo farlo, lo dice il Corano"

La storia di Afrah, costretta a sposarsi con un musulmano che la picchiava, è solo una delle tante in una cultura che chiede e riconosce le spose bambine

L'orrore delle spose bambine: "Dovevo farlo, lo dice il Corano"

Oggi è la Giornata internazionale delle bambine e delle ragazze, che troppo spesso nel mondo sono vittime di stupri e di una piaga brutale e molto diffusa, come i matrimoni combinati. Secondo i dati diffusi dal rapporti di Save the Children, "Every Last Girl: Free to live, free to learn, free from harm", una ragazza "minore di 15 anni si sposa ogni sette secondi, oltre un milione di ragazze diventano madri prima di compiere i 15 anni, mentre 70mila ragazze tra i 15 e i 19 anni perdono la vita ogni anno per cause legate alla gravidanza e al parto".

"Io sposa bambina? Lo dice il Corano"

Numeri drammatici, che non possono passare sotto silenzio. A destare maggiore attenzione sono i luoghi dove questa pratica è un virus diffuso e assimilato dalla cultura locale come "normale" Secondo il rapporto è il Niger è il posto peggiore al mondo dove essere bambine, la Svezia il migliore. Non solo. Nel 2030 avremo 950 milioni di donne sposate giovanissime e 1,2 miliardi nel 2050 perché l'orrore non sembra volersi arrestare. L'India è il paese con il più alto numero di spose bambine, oltre il 47%. Poi ci sono l'Afghanistan, lo Yemen e la Somalia, con età anche inferiori ai 10 anni. Il più delle volte alla base di questa pratica ci sono convinzioni religiose, spesso legate all'islam.

L'orrore di Afrah

In una inchiesta realizzata da L'Espresso si vede chiaramente come sia proprio la prevaricazione dell'uomo sulla donna dettata dal Corano. Afrah è fuggita dalla Siria dell'ovest lì dove i ribelli contro Assad stanno cercando di resistere all'assaldo delle forze governative. Quando è arrivata nel distretto di Akkara, nel nord del Libano, sperava di trovare la salvezza. E invece è finita nelle grinfie di un uomo che l'ha sposata e maltrattata. "Avevo 16 anni quando i miei genitori mi hanno detto che dovevo sposarmi. Le nostre condizioni economiche erano diventate sempre più difficili. Non riuscivamo ad andare avanti, non c'erano soldi per tutti". Lei non si è opposta. "Anche io a un certo punto ho cominciato a pensare che fosse la cosa più giusta da fare - ha detto a L'Espresso - In fondo, tutte le ragazze devono sposarsi. E’ scritto anche nel Corano".

Ed è proprio sulla base di questa indicazione, "lo dice il Corano", che spesso gli uomini musulmani prendono in spose, comprandole, bambini e ragazza appena adolescenti. Così come le credenze religiose e quelle culturali chiedono che la moglie sia vergine alla prima notte di nozze. "I problemi sono cominciati il pomeriggio dopo il matrimonio, Dio mi è testimone. Mi accusava di non essere vergine e diceva che ero una vedova. Ma io, lo giuro, ero vergine. Ma lui continuava a dire che non mi credeva. Glielo ripetevo, Dio mi è testimone, ma lui mi urlava contro e non mi credeva. Ho iniziato a pensare che fosse pazzo e che usasse delle droghe".

Nella storia di Afrah ci sono poi violenze domstiche, il marito che la droga, l'impossbilità di tornare dal padre per paura di non poter chiedere al padre di annullare quel matrimonio che ormai le aveva rovinato la vita.

Alla fine la ragazza ha trovato il coraggo di rivolgersi alla madre e di far partire una causa legale per ottenere il divorzio.

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