L'Ue apre un centro immigrazione in Niger

Il commissario Avramoupolos: "Potranno ottenere informazioni e presentare la domanda di asilo rivolgendosi all'ufficio dedicato"

L'Ue apre un centro immigrazione in Niger

L'Unione Europea apre un ufficio immigrazione in Niger. L'afflusso di migranti e l'enorme quantitià di vittime che hanno perso la vita cercando di raggiungere sui barconi l'Italia sembra aver smosso (poco, per la vertià) le acque stagnanti della diplomazia europea. L'Europa oggi ha approvato la proposta presentata dalla Commissione Ue sulla distribuzione dei migranti tra i vari Paesi: quella che sembrava dovesse essere la svolta storica della politica comunitaria sull'immigrazione si è rivelato invece un mezzo flop, che toglierà solo poche migliaia di migranti dalle spalle (e dalle tasche) dei contribuenti italiani, dopo che Francia, Inghilterra e altri partner europei hanno sbattuto la porta in faccia al Belpaese.

Da quanche mese Matteo Salvini, invece, propone di lasciar perdere gli accordi di distribuzione e le operazioni come Mare Nostrum, spingendo per la realizzazione di capi profughi nei paesi di partenza e di raccolta dei migranti. Vale a dire, andare in Africa a fare il riconoscimento degli richiedenti asilo e decidere chi puo (e cho no) entrare in Italia. L'appello del leader della Lega Nord sembra essere stato (parzialmente) raccolto dal commissario Ue all'immigrazione Dimitris Avramoupolos, il quale oggi ha annunciato che l'Europa è intenzionata a fare in modo che i migranti provenienti dal Niger abbiano un luogo e dei funzionati cui rivolgersi per ottenere informazoni e presentare la domanda di asilo. "In Niger - ha detto Avramoupolos - creeremo un ufficio per valutare tutte le richieste di asilo sul terreno. Si tratta di un progetto su base sperimentale. Se funzionerà lo faremo anche in altri Paesi".

Gli altri paesi potrebbero essere quelli del Nord Africa, Libia compresa, da cui partono i barconi pieni di immigrati che puntano verso Lampedusa. Secondo quanto spiegato da fonti euroepee all'Ansa, l'ufficio "non sarebbe da confondersi con centri in cui concentrare gli arrivi dei migranti". Il progetto sembra allora avere già sulla carta delle lacune insormontabili. La principale, ovviamente, è quella che riguarda la gestione dei profughi: se questi sono in fuga da guerre o persecuzione, difficilmente potranno rivolgersi ad un ufficio nel loro Paese, per cui - come avviene ora - tenderanno a cercare di raggiungere uno Stato limitrofo da cui partire per l'Europa. Se in Libia vi fosse un ufficio, ma non un campo che possa ospitarli, come sarà possibile togliere i migranti dalle mani dei trafficanti?

Il problema è diplomatico. Non tutti i paesi europei sono concordi nel facilitare le "vie legali" di immigrazione. Quando nel marzo di quest'anno l'idea di aprire uffici europei dislocati in Africa prese corpo, la Gran Bretagna si disse dubbiosa del fatto che istituirli potesse ridurre l'immigrazione clandestina.

E forse è davvero così, sopratutto se non si prevede un centro di raccolta e gestione delle migliaia di uomini, donne e bambini che raggiungono la costa libica. Pronti a salpare a qualsisasi costo. Anche senza il via libera di un ufficio Ue.

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