
La svolta "proibizionista" dell’Ue, che ha dichiarato guerra al fumo mettendo sullo stesso piano sigarette tradizionali e dispositivi di nuova generazione, rischia di rivelarsi un boomerang e di favorire il fumo convenzionale. A dirlo è un gruppo di esperti provenienti da tutto il mondo, che a fine settembre ha partecipato al quarto "Scientific Summit on Tobacco Harm Reduction: Novel products, Research & Policy", organizzato da Scohre, un’associazione internazionale nata proprio con l’obiettivo di elaborare un approccio efficace per la lotta al fumo.
Nel mirino degli scienziati che hanno partecipato al meeting c’è il Beating Cancer Plan dell’Unione europea. Un piano che si pone come obiettivo la riduzione del 20 per cento dei fumatori sul Vecchio Continente entro il 2040 attraverso l’introduzione di una regolamentazione più stringente non solo sulle bionde tradizionali, ma anche sui prodotti innovativi, come sigarette elettroniche e tabacco riscaldato. A differenza di quanto sostenuto a livello mondiale da diversi enti regolatori, tra cui la Fda americana e il Public Health England britannico, l’approccio europeo, secondo gli esperti, non tiene conto del principio di riduzione del rischio, che vede proprio nei prodotti innovativi uno strumento per sconfiggere la dipendenza dal fumo tradizionale.
I diversi report sulla lotta al fumo che circolano a Bruxelles, da quello della Scientific Committee Scientific Committee on Health, Environmental and Emerging Risks (Scheer), a quello della commissione speciale BECA sulla lotta al cancro, che contengono al proprio interno le linee guida per la revisione della direttiva europea sui prodotti del tabacco, non fanno differenza tra sigarette tradizionali ed e-cig. Insomma, fumo e svapo per l’Ue sarebbero da considerarsi alla stessa stregua, nonostante, è il coro degli esperti che hanno partecipato al meeting virtuale, le evidenze scientifiche dimostrino come esistano delle significative differenze in termini di impatto sulla salute.
Secondo Ignatios Ikonomidis, professore di cardiologia all'Università Kapodistrian di Atene e presidente del comitato organizzatore del summit, questo è un fatto che non si può ignorare se si vuole migliorare il tasso di cessazione dal fumo che, ha sottolineato, a differenza degli altri prodotti, rappresenta la "principale causa dei tumori prevenibili". "La riduzione del danno dovrebbe essere considerato il terzo pilastro nelle politiche di controllo del fumo assieme alla cessazione totale e alla prevenzione", ha sottolineato il medico.
Gli esperti spiegano come "l'uso di dispositivi alternativi meno nocivi” possa avere “un effetto positivo per molti fumatori", ad esempio nel caso in cui falliscano i tentativi di smettere con le sigarette. Se non si riesce a dire addio alla dipendenza da nicotina, in sostanza, passare al fumo elettronico rappresenta un vantaggio in termini di salute, con un rischio inferiore del 95 per cento. I benefici, secondo uno studio dell’università di Catania, sarebbero riscontrabili "anche sullo stato di salute polmonare". In diversi Paesi europei i prodotti da fumo alternativi, come le sigarette elettroniche o lo snus, il tabacco in polvere per uso orale, sono diventati veri e propri strumenti di salute pubblica.
In Gran Bretagna, ad esempio, le sigarette elettroniche vengono offerte come strumento complementare alle terapie sostitutive con la nicotina per smettere di fumare. "Il 74 per cento di chi smette di fumare, infatti, ha usato alcuni medicinali insieme a prodotti Mrp", ha sottolineato Ikonomidis con riferimento al caso del Regno Unito. Anche in Svezia e Norvegia il tasso di fumatori è stato portato sotto la soglia del 5 per cento proprio grazie alla diffusione dei prodotti da fumo alternativi. Karl Fagerstrom, presidente delle clinica svedese Fagerstrom Consulting, ha spiegato come la Svezia sia stato il primo Paese nell'Ue a raggiungere l'obiettivo "end game" del tasso di fumatori ottenendo di conseguenza minori livelli di mortalità.
Nel Paese, infatti, il tasso di decessi ogni 100 mila abitanti a causa del cancro al polmone oggi è di 87, a fronte di una media europea di 220. Il paradosso è che nel 1992 fu proprio l’Ue, seguendo le raccomandazioni dell’Oms, a vietare la vendita di snus. "Se nell'Ue ci fossero le stesse abitudini al fumo che ci sono in Svezia si avrebbero 350 mila morti in meno ogni anno", ha affermato il medico, che sottolinea come il merito del "successo svedese" sia dovuto proprio alla diffusione degli snus e di altri prodotti alternativi che hanno sostituito le sigarette tradizionali.
Anche il governo della Nuova Zelanda ha adottato la strategia della riduzione del rischio per abbassare la percentuale di fumatori con una legge che incoraggia il vaping come strumento per smettere di fumare. Un’idea del potenziale che i prodotti alternativi possono avere per ridurre il consumo di sigarette tradizionali nella popolazione arriva dal Giappone, dove a pochi anni dall’arrivo dei primi dispositivi di questo tipo la quota di mercato conquistata dal tabacco riscaldato è pari al 25 per cento, con una conseguente contrazione della vendita di sigarette.
Lo stesso è successo in Italia, come dimostrano i dati contenuti nel Libro Blu 2020 dell’Agenzia Dogane e Monopoli. Nel corso degli ultimi 4 anni nel nostro Paese la domanda complessiva di tabacchi si è ridotta di oltre 1,4 milioni di chilogrammi per effetto della contrazione del mercato delle sigarette "legata all'aumento del prezzo di vendita e, in parte, anche all'effetto di sostituzione verso i tabacchi da inalazione senza combustione e il tabacco trinciato". Un dato non trascurabile nell’ottica della lotta al fumo, visto che, secondo i dati pubblicati quest’anno dall’Eurobarometro, confermano come in Italia, come nel resto d’Europa, l’87 per cento dei fumatori iniziano consumando sigarette tradizionali e soltanto in minima parte (l’1 per cento), i prodotti alternativi, come e-cig e tabacco riscaldato.
Per gli esperti che hanno
partecipato al summit, quindi, c’è bisogno di un dialogo tra comunità scientifica, regolatori e policy makers per affrontare il tema del contributo offerto dai prodotti innovativi nella lotta al fumo di sigaretta.