Cronache

Ultima crociata di Boldrini&Co.: "Cambiare donna nella Treccani"

"La definizione di donna della Treccani è sessista". Lo denuncia in una lettera aperta l'attivista Maria Beatrice Giovanardi insieme ad altre cento donne, fra cui Laura Boldrini e Michela Murgia

Ultima crociata di Boldrini&Co.: "Cambiare donna nella Treccani"

La richiesta è chiara: modificare la voce "donna" contenuta nel vocabolario Treccani. L'attivista Maria Beatrice Giovanardi ha inviato una lettera aperta, pubblicato sul sito de La Repubblica, all'Istituto dell'Enciclopedia Italiana per chiedere di eliminare "i riferimenti sessisti" che compaiono nel sinonimo della parola "donna" della versione online dello storico vocabolario. A sostenere la battaglia di Giovanardi ci sono 100 personalità del mondo della politica e dell'istruzione, fra cui Giuliana Giusti, professoressa in glottologia di Ca' Foscari, Marica Calloni, professoressa di Filosofia politica della Bicocca, Elena Ugolini, preside già sottosegretario all'Istruzione del governo Monti, l'ex presidente della Camera Laura Boldrini e la scrittrice Michela Murgia.

"Epiteti dispregiativi e sessisti"

La richiesta inviata alla Treccani è quella di ripensare la scelta sulla definizione del sinonimo di donna eliminando "i vocaboli espressamente ingiuriosi" e "inserendo espressioni che rappresentino, in modo completo e aderente alla realtà di oggi, il ruolo delle donne nella società". Una richiesta che, secondo le persone che sostengono la campagna portata avanti da Maria Beatrice Giovanardi, non è destinata a "porre fine al sessismo quotidiano, ma potrebbe contribuire a una corretta descrizione e visione della donna". Come scrive la manager emiliana nella lettera aperta inviata all'Istituto dell'Enciclopedia Italiana, nel dizionario dei sinonimi, in riferimento alla parola "donna”, si trovano eufemismi come "buona donna" e sue declinazioni come "puttana", "cagna", "zoccola", “bagascia”, e varie espressioni tra cui "serva". Con queste espressioni associate al concetto di "donna", sostiene l'ultima battaglia semantica del politicamente corretto, trovano "posto inoltre una miriade di esempi ed epiteti dispregiativi, sessisti, talvolta coraggiosamente definiti eufemismi" come "donna allegra",cortigiana", "lucciola". Simili espressioni, afferma Giovanardi, "non sono solo offensive" ma, quando offerte senza uno scrupoloso contesto, "rinforzano gli stereotipi negativi e misogini che oggettificano e presentano la donna come essere inferiore".

Come aveva raccontato La Repubblica, la manager italiana esperta di marketing e pr e da anni attiva nelle battaglie per i diritti delle donne, aveva condotto la medesima guerra - vincendola - contro l'Oxford English Dictionary, il prestigioso vocabolario di lingua inglese redatto dalla Oxford University Press, che aveva deciso, lo scorso novembre, di aggiornare la definizione proprio a seguito della denuncia dell'attivista emiliana. Vedremo se la reazione della Treccani sarà la stessa.

La lezione della Treccani contro il politically correct

C'è da dire, però, che in passato l'enciclopedia italiana aveva dato una bella lezione ai fanatici del politicamente corretto e del progressismo à la page. Poche settimane fa una giornalista della Reuters, infatti, aveva provato a bacchettare l'enciclopedia Treccani "colpevole" - a suo dire - di riportare nel suo vocabolario un'espressione dal tono razzista come "lavorare come un negro", chiedendo su Twitter alla stessa enciclopedia di rimuovere l'espressione. La risposta della Treccani è stata da manuale, un colpo a segno contro la neolingua politicamente corretta e la cancel culture: "In un dizionario - chiariva l'enciclopedia -non è soltanto normale ma è doveroso che sia registrato il lessico della lingua italiana nelle sue varietà e nei suoi ambiti d'uso: dall'alto al basso, dal formale all'informale, dal letterario al parlato, dal sostenuto al familiare e anche al volgare". Il dizionario, prosegue la Treccani, "registra quanto viene effettivamente adoperato da parlanti e scriventi. Non siamo in uno Stato etico in cui una neolingua "ripulita" rispecchi il "dover essere" virtuoso di tutti i sudditi. Il dizionario ha il compito di registrare e dare indicazioni utili per capire chiaramente in quali contesti la parola o l'espressione viene usata. Starà al parlante decidere se usare o non usare una certa parola; se esprimersi in modo civile o incivile".

Un concetto molto chiaro che dovrebbe valere anche nel caso della voce "donna".

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