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L'uomo dello Spazio che scomparve su un aereo (tra le teorie del complotto)

Dopo essere stato il primo uomo a orbitare intorno alla Terra, Jurij Gagarin scomparve in un incidente aereo: doveva essere un semplice volo di addestramento di routine ma non fu così

L'uomo dello Spazio che scomparve su un aereo (tra le teorie del complotto)

A decenni di distanza, la morte di Jurij Gagarin resta ancora avvolta nel mistero. Forse perché l’immaginario collettivo stenta a credere all’errore umano che potrebbe aver coinvolto il primo uomo a orbitare intorno alla Terra, errore umano che oggi sembra essere la teoria più solida in merito.

Gagarin, l’uomo che si disse non avesse visto Dio nello spazio (ma in realtà a non vederlo fu Nikita Krusciov dato che il cosmonauta russo era invece un fervente cristiano ortodosso), scomparve infatti in un volo di addestramento di routine il 27 marzo 1968. Non seppe mai che altri uomini sono andati sulla Luna, che Marte è più “vicino” e che il sistema solare non è realmente quello che lui conosceva.

Chi era Jurij Gagarin

Gagarin con Krusciov

Classe 1934, Gagarin era nato nel kolchoz - la fattoria collettiva istituita dal Soviet - dove i suoi genitori vivevano e lavoravano. Durante la Seconda Guerra Mondiale, la loro casa fu occupata da un soldato nazista e i suoi due dei fratelli maggiori furono deportati in un campo di lavoro in Polonia. Dopo il conflitto, il giovane Jurij si impegnò negli studi, che però inizialmente si concentrarono sulla meccanica delle macchine agricole.

Gagarin aveva però un sogno: volare. Così iniziò a frequentare un corso di volo e poi entrò nell’aeronautica militare, nella cui accademia si diplomò nel 1957. Ma non bastava: la sua intelligenza, il suo carisma e la sua lungimiranza lo portarono alla selezione per il passeggero della prima navicella a orbitare intorno al pianeta, selezione che superò dopo essersi sottoposto a dure prove atletiche, teoriche e psicologiche.

Il cosmonauta, che a seguito del lancio, divenne eroe nazionale, insignito di vari riconoscimenti da parte del Soviet, fu il passeggero della navicella spaziale Vostok 1, lanciata intorno alla Terra per un’ora e mezza il 12 aprile 1961. Le trascrizioni riportano una sua frase pronunciata in quell’occasione, divenuta molto famosa: “Il cielo è nero, e lungo il bordo della Terra, vicino all'orizzonte, c'è una bellissima aureola azzurra”.

Il modulo usato per l'esercitazione del volo nello spazio di Gagarin

Tuttavia dopo quel primo lancio non ce ne furono altri per Gagarin, che però divenne mentore di diversi colleghi e naturalmente ebbe un grosso ruolo all’interno della propaganda comunista nel pieno della Guerra Fredda e della corsa allo spazio. Almeno fino alla tragedia del lancio della Sojuz 1, il 23 aprile 1967, che comportò la morte del cosmonauta Vladimir Komarov. Poco meno di un anno dopo sarebbe morto anche Gagarin.

La morte di Jurij Gagarin

Al corso di volo Gagarin si era addestrato sui Mig-15. Conosceva bene quei velivoli, ma era proprio su uno di loro quando incontrò il suo destino il 27 marzo 1968 all’aerodromo Chkalovsky. Quel giorno avrebbe dovuto volare anche il collega Vladimir Aksyonov, ma la sua esercitazione fu cancellata. Gagarin insieme al copilota Vladimir Seryogin invece avrebbero eseguito la loro.

Jurij e io - ha raccontato a Phys Aksyonov - abbiamo consultato gli stessi medici e ascoltato le stesse previsioni del tempo, il mio decollo doveva essere effettuato un'ora dopo il suo”. Partito alle 10.18, Gagarin e il copilota non rispondevano più già alle 10.30 alle comunicazioni radio: i resti del velivolo furono trovati a 65 chilometri dal punto di partenza, il corpo di Gagarin più lontano, solo il giorno dopo il disastro. Ma cosa accadde in quei pochi minuti?

Le teorie sull’incidente

Un monumento a Gagarin a Mosca

Ci sono dei resoconti ufficiali e delle teorie verosimili o fantasiose sulla fine di Jurij Gagarin. Naturalmente quelle fantasiose sono le più affascinanti, perché danno l’idea di quanto i misteri dell’Unione Sovietica durante la Guerra Fredda siano impressi nell’immaginario di tutti come nodi che non verranno mai sciolti. Tra le teorie infatti figurano alcuni complotti: manomissioni, sabotaggi, intossicazioni dei piloti e altro sono però stati smentiti sempre fermamente dal Kgb. Come sembra improbabile che l’incidente aereo che coinvolse Gagarin fosse stato causato dal fatto che l’aereo abbia colpito uno o più animali.

Nel 2003, come riporta Space, sono stati declassificati dei documenti che danno un quadro di quello che può essere accaduto realmente: i controllori del traffico aereo avrebbero fornito ai piloti dati sul maltempo che sarebbero stati obsoleti. Quindi Gagarin e il copilota avrebbero affrontato un banco di nuvole insolito e la loro percezione sull’altezza della traiettoria di volo sarebbe stata errata. C’è poi un altro documento pero, del 2013, che parla di un jet supersonico Sukhoi non autorizzato che avrebbe volato vicino, troppo vicino, al velivolo guidato da Gagarin, velivolo che sarebbe quindi andato in tilt. Non è mai stato rivelato il nome del pilota del Sukhoi.

Quale che sia stata la reale causa dell’incidente aereo, resta il fatto innegabile che Gagarin ha rappresentato per il mondo uno strano mito: al tempo della sua impresa spaziale per i comunisti era un eroe, per gli americani un personaggio scomodamente troppo popolare. Gli sono stati intitolati monumenti soprattutto in Russia ma anche in molte altre parti del mondo e perfino un cratere sulla Luna.

Si dice che David Bowie, nel ’69, un anno dopo la morte di Gagarin, si sia ispirato anche alle sue parole per un verso del brano “Space Oddity”: “Planet Earth is blue and there's nothing I can do”. Come dice la canzone, non c’è niente che si possa fare, forse il mistero della morte di Gagarin non si conoscerà mai e la proverbiale segretezza dell’Unione Sovietica non aiuta certo a contrastare le ipotesi complottiste.

Ma è anche questo il fascino che coinvolge i personaggi che hanno fatto la Storia.

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