Maturità, un vecchio carrozzone che non ha più senso

Non avrebbe più senso abolire l'esame di maturità e sostituirlo con qualcosa di più serio e formativo tipo, ad esempio, l'Erasmus o il servizio civile obbligatorio?

Maturità, un vecchio carrozzone che non ha più senso

Quest'anno niente plichi di carta portati nelle scuole dai carabinieri ma un meccanismo informatico con tanto di doppia password per garantire la sicurezza delle tracce dei temi, vero e proprio spauracchio per generazioni di studenti impegnati con l'esame di maturità. È il segno (a onor del vero un po' tardivo) del cambiamento dei tempi.

Ogni anno il ministro dell'Istruzione in carica, nel consueto messaggio augurale, con la solita retorica ricorda agli studenti impegnati con la prova che la vita è fatta di esami e questo, per ciascuno di loro, è il primo vero esame importante. Passano i decenni ma nulla cambia. Ma oggi ha ancora senso continuare con questo esame che dovrebbe (almeno sulla carta) traghettare i giovani all'età adulta?

Nata nel 1923 per iniziativa del ministro-filosofo Giovanni Gentile, la maturità è una delle poche certezze della scuola italiana, nonostante qualche modifica apportata qua e là: la composizione delle commissioni (membri esterni o interni), la votazione (una volta il top era il 60, ora è il 100), le materie da portare, ecc. Eppure c'è una differenza statistica enorme tra i tempi di Gentile e quelli odierni: nell'anno scolastico 1924/25 i promossi furono il 59,5% alla maturità classica e 54,9% a quella scientifica. Oggi le bocciature sono ridotte quasi al lumicino. E, con un livello d'istruzione scolastica qualitativamente sempre più basso, all'università - e poi alla laurea - arrivano studenti che fanno gravi errori di ortografia. Dunque lo spauracchio della maturità non serve nemmeno a scremare gli asini dagli studenti bravi o perlomeno sufficienti.

Una cosa è certa: per molti ragazzi che non proseguono con l'università quello della maturità resta l'unico momento di valutazione-test prima di confrontarsi con la vita e il lavoro.
A mio parere sarebbe molto più utile rendere obbligatoria un'esperienza all'estero, come l'Erasmus, che forma i ragazzi e insegna loro a rapportarsi con i loro coetanei europei.
In alternativa si potrebbe pensare a un periodo di servizio civile obbligatorio. Come il servizio militare di un tempo: era un sacrificio, questo sì, probabilmente inutile.

Ma depurato dallo stupido nonnismo serviva, eccome, a dare disciplina ai ragazzi e a farli stare lontano da casa. Oggi, senza più naja, spesso i giovani faticano a crescere. Ad aiutarli di certo non può essere un esame farsa.

 

 

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