Mauro Castelli ha 30 anni e vive a Lisbona. Si è trasferito in Portogallo nel febbraio 2012, dopo aver concluso il dottorato di ricerca (nell'ambito dell'intelligenza artificiale) presso l'Universitá di Milano Bicocca. Attualmente è professore all'Istituto Superiore di Statistica e Gestione dell'Informazione dell'Universitá Nuova di Lisbona.
Perché hai lasciato l'Italia?
Ho scelto di lasciare l'Italia per diversi motivi: la voglia di confrontarmi con una realtá differente, di ampliare le mie conoscenze in un ambiente nuovo, capire come funzionassero le cose in altri paesi. Tuttavia, la ragione principale é stata la mancanza di prospettive lavorative interessanti in Italia. Terminare un ciclo di studi nei tempi previsti, acquisire delle competenze e non poterle spendere nel mondo del lavoro o della ricerca é una cosa davvero demotivante.
Ora come ti trovi, a lavoro e nella vita?
Dopo quasi tre anni trascorsi a Lisbona posso dirmi assolutamente contento della mia scelta. Dal punto di vista scientifico sono completamente indipendente e posso occuparmi di progetti di ricerca inerenti il mio ambito. Ho inoltre la possibilitá di collaborare con altre universitá/enti di ricerca stranieri. La cosa che apprezzo maggiormente é la fiducia che colleghi e collaboratori mi dimostrano quotidianamente. Anche al di fuori del lavoro mi ritengo decisamente soddisfatto: mi sono integrato facilmente nel paese che mi ospita e devo dire che, relativamente a questo aspetto, i mesi passati ad apprendere la lingua si sono rivelati un ottimo investimento. Tutto poi é stato piú facile grazie alla mia coinquilina portoghese: si é rivelata un grande aiuto nonché una amica davvero eccezionale.
Hai valutato altri Paesi?
Avevo preso in considerazione altri paesi, primo tra tutti l'Irlanda dove avevo trascorso qualche mese durante il mio dottorato. Avevo invece escluso a priori gli Stati Uniti e altri paesi extra Ue per la mia volontá di restare in Europa. Devo peró riconoscere che, al di fuori dell'Europa, avrei trovato opportunitá interessanti e maggiormente vantaggiose dal punto di vista economico.
Ti pesa essere andato via dall'Italia?
Inizialmente sí, a causa della lontananza dalla mia famiglia. Soprattutto mi é pesato perché ho visto questa scelta come un obbligo: in Italia non vedevo prospettive e mi sembrava di non avere lo spazio che cercavo e che ho trovato qui.
Torneresti? A quali condizioni?
Tornare in Italia? In questo momento certamente no! Tornerei soltanto in seguito ad un radicale cambiamento dell'Italia: cambiamento che dovrebbe coinvolgere tutto il nostro paese, soprattutto dal punto di vista della societá. Diciamo che piú che l'Italia dovrebbero cambiare gli italiani. Trovo inaccettabile vivere in un paese dove regna la corruzione e dove non puoi mostrare il tuo valore prima dei 65 anni...
Cosa rimproveri all'università italiana?
In termini di preparazione non rimprovero nulla: quando ero studente avevo la percezione di non essere preparato in maneira adeguata ma, avendo avuto in seguito la possibilitá di confrontarmi con studenti e ricercatori di altri paesi, posso affermare che come preparazione non abbiamo nulla da invidiare ad altre universitá/paesi che vengono puntualmente presi come esempio. Purtroppo questa é la sola cosa positiva: per quanto riguarda la capacitá di premiare il merito, di far avanzare i migliori e di rinnovarsi penso che il nostro sistema universitario sia all'anno zero. Per non parlare poi di concorsi e trasparenza del sistema: in questo la nostra universitá é sicuramente bocciata.
E a chi ci governa? Che suggerimento vorresti dare a chi governa l'Italia?
A chi ci governa rimprovero l'incapacitá di trovare soluzioni efficaci ed efficienti ai problemi congeniti del nostro paese. Soluzioni che a volte basterebbe copiare da altri paesi. Il problema é che quando si ha una classe politica composta da totali incapaci anche le cose semplici come copiare risultano complicatissime. La cosa maggiormente grave é che oggi la politica é totalmente avulsa dalla quotidianitá delle persone. Inoltre si fa politica solo per interesse personale, spesso senza avere nessuna competenza. Un suggerimento? Piú onestá e trasparenza verso i cittadini. Ma per questo serve un miracolo, non certo un suggerimento...
Secondo te ha qualche marcia in più ha il Portogallo rispetto a noi nel campo di tua competenza?
Credo che rispetto a noi il Portogallo sappia premiare maggiormente il talento delle persone ed é proprio questo a fare la differenza rispetto al nostro paese. A differenza dell'italia, se hai del talento prima o poi emergi e il tuo valore viene riconosciuto. Tutti sono inizialmente allo stesso livello, non esiste un sistema gerarchico cosí forte come in Italia. Sono convinto che se in Italia le cose funzionassero come in un paese “normale” potremmo essere nettamente migliori. Ho molti amici che fanno ricerca di prim'ordine nei loro settori e nessuno di loro lavora in Italia. In questo modo, dopo che l'Italia ha pagato per la loro istruzione, vanno a spendere le loro competenze in altri paesi. Assurdo no?
Come ti vedi tra dieci anni? E come vedi l'Italia tra dieci anni?
Mi vedo qui in Portogallo, con una posizione lavorativa migliore di quella attuale.
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