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Le medaglie di tolla di chi non ha fatto nulla

Ho visto in tv le immagini di ragazzi che entrano ordinatamente a scuola, altri composti e ben distanziati in aula. Poi ho visto dal vivo con i miei occhi cosa succede al suono della campanella di fine giornata

Le medaglie di tolla di chi non ha fatto nulla

Ho visto in tv le immagini di ragazzi che entrano ordinatamente a scuola, altri composti e ben distanziati in aula. Poi ho visto dal vivo con i miei occhi cosa succede al suono della campanella di fine giornata: centinaia di studenti la maggior parte dei quali senza mascherina che si riversano in strada assiepati come sardine sui marciapiedi, capannelli, baci e abbracci da fare invidia ai luoghi della movida.

Che dire, i ragazzi fanno i ragazzi e voler fermare o anche solo arginare la loro incoscienza e la loro esuberanza è come pretendere di contenere un fiume in piena. Certo, tutte le misure precauzionali introdotte nelle scuole gel, mascherine, distanziamenti eccetera se davvero applicate a qualcosa serviranno pure, ma temo che sarà un po' come voler svuotare il mare del rischio contagio con un cucchiaino. Hai voglia a pretendere di controllare tutto e tutti da mattina a sera, è semplicemente impossibile.

Detto questo, non vedo alternative: le scuole devono ripartire e rimanere aperte, c'è poco da discutere. E sono e saranno i fatti, non le norme teoriche e spesso astruse, a pilotare presidi, docenti e famiglie nel labirinto della convivenza con il virus. Non c'è quindi alcun merito del governo nella ripartenza scolastica, ci mancava solo che la rinviassero dopo essere stati i primi in Europa ad abbassare la saracinesca. Lasciamo stare la retorica, i proclami e le medaglie (di tolla) che si stanno auto-assegnando.

Facciano il loro mestiere, inondino le scuole di tutto ciò che serve (la foto dei bambini in ginocchio a scrivere sulle sedie in una scuola di Genova urla vendetta) e mettano le famiglie in grado di fare fronte velocemente ed efficacemente agli inevitabili inciampi (servono tamponi rapidi, test sicuri, aiuti economici in caso di quarantena forzata).

Su questo, non sul numero degli studenti infettati chissà dove e chissà come, il governo andrà giudicato strada facendo.

E se, come si dice, il buongiorno si vede dal mattino, non c'è da essere ottimisti.

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