Cronache

"Mega villa sotto sequestro", Pirlo beffato dall'oligarca russo

L'ex centrocampista stava trattando l'acquisto di una lussuosa villa con un oligarga russo e aveva già versato 500mila euro di caparra. Ma il magnate è finito nei guai e l'immobile è stato sequestrato

"Mega villa sotto sequestro", Pirlo beffato dall'oligarca russo

Peggio di un gol al novantesimo. Per Andrea Pirlo la "beffa" è arrivata proprio quando l'affare stava andando in porto. O in porta, vista la professione dell'ex campione bianconero. Il tribunale civile di Lucca ha infatti disposto il sequestro di una proprietà di lusso in Versilia che l'ex allenatore della Juve stava per acquistare da un oligarca russo. Per lo sportivo è così arrivata una doccia ghiacciata proprio in piena estate: secondo quanto si apprende, l'atleta lombardo aveva anche già versato una caparra di 500mila euro per avviare la trattativa sull'immobile.

A guastare i piani del nuovo allenatore del club turco Karagümrük, tuttavia, non sono state le sanzioni emesse ai danni degli oligarchi di Mosca. Piuttosto, a bloccare tutto è stato un contenzioso legale aperto tra il magnate russo (ritenuto vicino a Vladimir Putin) e l'agenzia immobiliare tramite cui egli aveva precedentemente acquistato quella proprietà. La società, infatti, ha portato in tribunale l'oligarca con l'accusa di non aver pagato i 250mila euro dovuti come corrispettivo per il servizio di consulenza effettuato. La causa civile è attualmente in corso.

Il complesso di lusso al centro del caso, situato a Forte dei Marmi, è composto di due abitazioni collegate tra di loro che il magnate aveva rilevato per un importo di 7,2 milioni di euro. Poi con lo scoppio della guerra in Ucraina e la minaccia di imminenti sanzioni, l’imprenditore russo aveva pensato di disfarsene. Andrea Pirlo aveva messo gli occhi su una delle due ville di lusso, valutando poi la possibilità di acquistare anche la seconda. Se fosse filato tutto liscio, la trattativa si sarebbe chiusa formalmente (e regolarmente) il 31 agosto. Ma l'intervento del tribunale, innescato dal dissidio legale con l'agenzia immobiliare, ha reso gli edifici inaccessibili.

Secondo quanto riportato dalla stampa locale, l'atleta bresciano aveva già versato mezzo milione di euro di caparra e avrebbe dovuto saldare il conto per circa 2,6 milioni.

Invece, per motivi del tutto indipendenti ed estranei alla volontà del calciatore, la partita è stata interrotta.

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