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"Meglio il sangue dei non vaccinati": delirio no vax contro le donazioni

Una minoranza di no vax fa circolare fake news provando a bloccare le donazioni del sangue dei vaccinati con le scuse più assurde. Dura la risposta dell'Avis: "Pericoloso e destabilizzante, seguite solo i canali ufficiali"

"Meglio il sangue dei non vaccinati": delirio no vax contro le donazioni

Una minoranza di no vax, oltre ad aver fatto una scelta discutibile che mette a rischio la propria incolumità e quella degli altri, inventa e fa girare in rete fake news per bloccare le donazioni di sangue dei vaccinati con l'Avis (Associazione Volontari Italiani del Sangue) costretta a lanciare appelli contro alcune folli affermazioni che rischiano di mettere a repentaglio l'intero sistema trasfusionale.

Cosa circola in rete

Dal sangue dei vaccinati che coagulerebbe, passando per la scarsa qualità degli emocomponenti di chi ha ricevuto la terza dose fino agli appelli a non donare sangue per Avis o, peggio ancora, "le insinuazioni secondo cui la nostra associazione richiederebbe solo il sangue di chi non è in possesso del Green Pass", scrive l'associazione in un comunicato. Queste e molte altre sono le segnalazioni arrivate dai donatori responsabili su quanto circola in rete, soprattutto sui social, di chi vuole fermare anche una macchina fondamentale come quella della donazione del sangue, che "rischia di ostacolare e rallentare ciò che invece è davvero importante: assicurare scorte di sangue e plasma per consentire agli ospedali di proseguire nelle loro regolari attività senza dover rinviare terapie e interventi salvavita", sottolinea l'Avis.

Purtroppo, però, in molti cadono nella trappola social. "Ieri mi sono imbattuta in un post della Protezione Civile che invita a donare e ho trovato decine di commenti penosi che spingono a non farlo al grido di 'niente libertà niente sangue'", afferma una donna a Repubblica. "Mia sorella soffre di una gravissima malattia del midollo e vive solo grazie alle donazioni periodiche. Ma è diventato un inferno, il sangue scarseggia dall'inizio della pandemia, le sue vene sono collassate e i tentativi di trovare un punto dove effettuare la trasfusione le arrecano ulteriori sofferenze", scrive un'altra lettrice.

"Bugie e leggende, seguite solo i canali ufficiali"

Amarezza e sconforto è lo stato d'animo di Gianpietro Briola, presidente Nazionale dell'Avis, che con decisione condanna certi atteggiamenti e invita tutti a seguire soltanto i canali di comunicazione ufficiali, "ossia il nostro sito o quello del Ministero della Salute. Evidentemente raccontare bugie e dare spazio a leggende senza fondamento è molto più facile che studiare e approfondire tematiche delle quali si è all’oscuro". Briola, come se ci fosse bisogno di dirlo, sottolinea che "il Covid non può essere trasmesso per via trasfusionale e nessuno nei centri trasfusionali e nelle nostre unità di raccolta ha mai segnalato episodi differenti o, peggio ancora, di sangue donato da persone vaccinate che si sarebbe coagulato".

Un'altra (grave) fake news

Il delirio di una minoranza, lo sottolineamo, di no vax non ha limiti: nelle ultime ore circola la falsa notizia sulla presunta richiesta di sangue dei non vaccinati perché ritenuto più sicuro. "Questa informazione – commenta duramente il presidente Briola – non ha alcun fondamento e nasce da un'errata interpretazione di una circolare del Ministero della Salute (consultabile a questo link), con cui si è stabilito che non vi è obbligo di Green pass per accedere alle strutture di raccolta". Il motivo non nasconde nulla di oscuro, è stato deciso così perché i donatori si recano nei Servizi trasfusionali per sottoporsi a una prestazione sanitaria dopo aver seguito un triage telefonico finalizzato a conoscere in modo approfondito le attività svolte negli ultimi giorni.

Oltre a queste, esistono altre misure di sicurezza che vanno dall'accesso contingentato con prenotazione, al distanziamento, all'uso delle mascherine Ffp2, alla misurazione della temperatura corporea fino al colloquio con un medico."Inoltre, i donatori sono chiamati a rispondere a un’esigenza del Sistema Sanitario Nazionale e sono, quindi, titolati ad accedere nel rispetto delle norme e dei protocolli vigenti. Sono regole indicate dal Ministero della Salute che Avis e le altre associazioni di donatori si impegnano a seguire assicurando la sicurezza di tutti: donatori e personale sanitario", sottolinea Briola.

L'appello dell'Avis: "Responsabilità collettiva"

La fase che stiamo vivendo con la variante Omicron deve far tenere alta la guardia perché "stiamo attraversando" un periodo "delicato". L'emergenza della nuova variante "sta generando nuovi contagi e difficoltà al sistema trasfusionale, con carenze diffuse in diverse regioni italiane. Diffondere false informazioni – conclude l'Avis – è pericoloso e destabilizzante per la salute e la sicurezza dell’intero Paese.

Il nemico da sconfiggere è il Covid, non gli strumenti che lo studio e la ricerca mettono in campo per combatterlo. Per questo invitiamo tutti a proteggersi, vaccinarsi, prevenire il contagio e dare il proprio contributo donando il proprio sangue o plasma".

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