Il mercato del Private Banking in Italia ha chiuso il primo semestre con un ampio segno positivo. In attesa di conoscere come si svilupperà l'ultimo trimestre dell'anno, di solito tra i più favorevoli sotto l'aspetto delle sottoscrizioni e degli andamenti dei mercati finanziari, e di sapere quali risultati hanno prodotto le turbolenze «cinesi» sui portafogli, a fine giugno, in base alle rilevazioni raccolte ed elaborate da AIPB (Associazione Italiana Private Banking), il patrimonio in gestione dell'intero sistema Private in Italia ammontava a 533 miliardi (+6,4% sul 2014). Di questo 6,4%, il +3,7% è frutto del positivo andamento dei mercati finanziari, mentre il restante 2,7% fa capo alla raccolta netta. Una perfomance semestrale che ha confermato i buoni risultati annuali degli ultimi anni: dal +5,7% del 2012 al +7,7% del 2013, fino al +6,1% dello scorso anno. In parallelo al trend positivo di raccolta è proseguito anche il cambio dei gusti in termini di tipologia di raccolta rispetto a prima della crisi. Continuano infatti a essere premiati i prodotti assicurativi (che nel 2014 valevano l'11% della raccolta totale e nel primo semestre 2015 sono saliti all'11,8%), e i prodotti gestiti, e cioè fondi comuni di investimento, Sicav, gestioni patrimoniali, che dal 37,6% si sono attestati al 38,2%.
In ulteriore contrazione, invece, la quota di mercato sia della raccolta amministrata, cioè quella relativa alle obbligazioni, ai titoli di Stato, alle azioni, e agli etf, che dal 34,1% del 2014 a fine giugno valevano il 33,5%, e sia la raccolta diretta, cioè liquidità e obbligazioni proprie, che dal 17,3% non sono andate oltre il 16,4% del totale. L'analisi dei dati AIPB consente poi di osservare i portafogli Private per tipologia di operatori scoprendo che esistono importanti differenze tra uno e l'altro per quanto riguarda i flussi di raccolta. Nell'ambito della raccolta netta gestita che, come abbiamo visto, in media è stata nel semestre pari al 38,2%, il PB delle banche specializzate (gli istituti caratterizzati dall'essere esclusivamente o prevalentemente attivi nel Private Banking), si è spinta fino al 47,6%, mentre le banche estere hanno raggiunto il 44,3%.
Se la raccolta netta media di mercato relativamente ai prodotti assicurativi si è posizionata all'11,8%, le grandi banche universali hanno alimentato l'offerta di questa tipologia di prodotti fino al 13,5% dei propri flussi semestrali, e le business unit (le divisioni dedicate al PB all'interno di banche commerciali tradizionali) fino al 12,5%. Per quanto riguarda invece la raccolta del risparmio amministrato, che nel semestre si è posizionata in media al 33,5%, nel caso dei PB specializzati valeva il 37,5% del totale, mentre nel caso del PB delle banche estere aveva un controvalore pari al 34,3% del totale.
Ma cosa c'è nei portafogli della clientela Private italiana? Si può affermare che diminuisce il peso delle obbligazioni e dei titoli di Stato e aumenta quello delle azioni, del risparmio gestito, dei prodotti assicurativi e della liquidità. Più nei particolari, si nota come i prodotti assicurativi, che nel 2014 valevano l'11,0% del totale, sono saliti all'11,8% nel primo semestre; stessa dinamica positiva anche nei fondi comuni (la cui quota è passata dal 18,3% al 18,5%), nelle gestioni patrimoniali (dal 18,5% al 19%), negli etf (allo 0,6% allo 0,7%), nelle azioni (dal 9,9% all'11,1%) e anche nella liquidità (dall'11,9% al 12,2%).
Arretrano, invece, le quote di mercato relative ai titoli di Stato (dal 12,3% all'11,2%), alle obbligazionari bancarie (dal 5,5% al 4,3%) e alle altre obbligazioni (dal 9,5% all'8,8%). I private Banker censiti da AIPB erano a fine giugno 5.649 (+1,4% rispetto a fine 2014) e avevano un patrimonio gestito di 91 milioni (+4,6% rispetto al 2014).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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