Cronache

Il mercato di migranti smantellato dai Carabinieri

Un viaggio poteva costare anche 8mila Euro a testa, il gruppo era ramificato nel nord Italia e permetteva accessi anche in altri paesi europei. Dieci le persone coinvolte, tra queste anche un avvocato di Torino

Il mercato di migranti smantellato dai Carabinieri

Nelle intercettazioni parlavano di “roba”, ma il riferimento non era ad oggetti od a sostanze stupefacenti, bensì ad esseri umani. È uno dei tanti retroscena venuti a galla con l’operazione compiuta nelle scorse ore dai Carabinieri di Torino, i quali hanno arrestato dieci persone accusate tra le altre cose di aver favorito l’arrivo di migranti irregolari nel nostro paese.

I coinvolti nell’operazione hanno nazionalità pakistana, bengalese ed indiana, ma vi è anche un italiano: si tratta in particolare dell’avvocato torinese, molto conosciuto nel capoluogo piemontese, Luca Schera di 55 anni. Per lui è stato disposto l’obbligo di dimora, accusato di aver agevolato la permanenza di persone nel nostro territorio grazie a false documentazioni.

Il suo è il nome che ha destato più clamore, anche perché in passato, come scritto da Libero, l’avvocato è stato difensore di Bouriqi Bouchta, ex imam di Torino espulso negli anni passati per legami sospetti con il terrorismo.

Ma il legale era l’ultimo anello di una catena che, grazie a complicità e ramificazioni nel territorio, riusciva a far entrare migranti irregolarmente od a far ottenere permessi di soggiorno con falsi documenti che attestavano l’esigenza di ricongiungimento familiare.

Al vertice di questa organizzazione due cittadini pakistani residenti a Torino ed un indiano “pizzicato” a Bergamo. L’inchiesta è partita grazie alla testimonianza di un cittadino bengalese, il quale ha denunciato le violenze subite dalla sorella da parte del marito.

Quest’ultimo picchiava la moglie in quanto si è rifiutata di falsificare alcuni documenti volti a far riconoscere due minorenni come suoi figli ed a fargli entrare quindi in Italia per via del ricongiungimento familiare.

Le resistenze della moglie e le denunce del cognato, hanno permesso agli inquirenti di stare sulle tracce dell’uomo in questione e da qui poi si sono aperte me maglie di un’indagine che ha portato alla scoperta di una grande organizzazione.

La banda faceva arrivare, tramite documenti falsi, migranti dal Bangladesh o dal Pakistan, il tutto apparentemente con modalità regolari: nessun barcone e nessun migranti stipato in tir e furgoni, bensì voli da Abu Dhabi o via Malta con permessi viziati dalla falsa documentazione.

Una volta giunti in Italia, il gruppo procurava poi appartamenti sia a Torino che in altre città del nord. Successivamente, un’altra costola dell’associazione criminale smantellata nelle scorse ore curava la fase logistica relativa all’espatrio dei migranti verso altri paesi del nord Europa.

Un business illegale fatto sulla pelle di migranti, che ai membri del gruppo fruttava parecchio: circa ottomila Euro a persona, pagati da ogni migrante in media per tutte le fasi del viaggio che dal paese d’origine finiva poi in nord Europa passando per l’Italia.

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