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Migranti, l'appello dei cardinali: "Adesso aprite tutte le chiese"

Tre cardinali hanno scritto ai vescovi d'Europa per ricordare la necessità evangelica di accogliere i migranti. La linea del Papa va seguita

Migranti, l'appello dei cardinali: "Adesso aprite tutte le chiese"

Se c'è una costante della pastorale cattolica odierna, questa è di certo la preoccupazione per le sorti dei migranti, che per buona parte delle alte sfere del Vaticano vanno accolti. Il "fronte progressista" non fa che sottoscrivere appelli volti a garantire l'ingresso a coloro che cercano rifugio sulle coste europee. Spesso, in questi anni, fedeli e non hanno chiesto alla Chiesa cattolica, magari con qualche polemica, di caricarsi i costi dovuti alla cosiddetta "linea dei porti aperti". Gli ecclesiastici, considerando le prediche, dovrebbero dare l'esempio. E dovrebbero farlo per primi. Tre cardinali sembrano aver preso alla lettera le rimostranze provenienti dal basso, chiedendo al resto del clero europeo di mettere a disposizione tanto le parrocchie quanto i monasteri del Vecchio Continente.

Parliamo di tre consacrati di altro profilo. Si tratta del cardinale Jean Claude Houllerich, creato porporato da Bergoglio nell'ultimo Concistoro e già noto per le sue posizioni, del cardinale Konrad Krajewsky - l'elemosieniere di Papa Francesco che è stato ribattezzato "elettricista" per via del riallaccio di un contatore elettronico presso un'occupazione romana - , e del cardinale Michael Czerny, che è uno dei vice del cardinale Peter Turkson presso la Segreteria della Santa Sede che si occupa anche di migranti e migrazioni. Sono tre cardinali provenienti dall'Europa: uno è belga, l'altro è polacco e l'ultimo, per quanto abbia abitato per lo più in Canada, è originario della Repubblica Ceca. Per questo, il testo dell'invito, che è rivolto ad ogni singolo sacerdote, è stato inoltrato mediante il Comece, ossia la Conferenza episcopale dell'Unione europea. Le argomentazioni, stando a quanto riportato dall'Adnkronos, riguardano una problematica specifica, cioè la "situazione di drammatico sovraffollamento e di sofferenza nella quale si trovano oltre 20 mila profughi nell'isola di Lesbo e molte altre migliaia nei diversi hot spot della Grecia". Il Papa della Chiesa cattolica si è preso personalmente a cuore le condizioni di quei migranti. E i tre cardinali, per mezzo dell'appello reso noto oggi, non fanno che porsi in continuità con i messaggi lanciati in questi sette anni e mezzo dal Santo Padre.

Ogni parrocchia d'Europa - questa è la sintesi - dovrebbe mettersi a disposizione per un nucleo familiare proveniente da Lesbo. E ogni realtà ecclesiastica europea, così facendo, alimenterebbe e coadiuverebbe la creazione dei "corridoi umanitari", sui quali Papa Francesco insiste da tempo. Lesbo può rappresentare il punto di partenza, la prima drammatica circostanza da risolvere.

Poi, il medesimo esempio, potrebbe essere adottato per contesti similari. La "Chiesa in uscita" di Papa Francesco - è noto - non prevede chiusure a riccio. E i cardinali, scrivendo ai vescovi dell'Unione europea, lo hanno ricordato ad ogni sacerdote.

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