Al largo della costa libica si consuma l'ennesima tragedia legata all'immigrazione clandestina. Almeno trentaquattro migranti, la maggior parte dei quali bambini, sono annegati, mentre le navi della Guardia costiera e le imbarcazioni delle Ong cercavano di salvare centinaia di altri disperati che viaggiavano su barconi di fortuna (guarda la gallery). "L'ennesima tragedia del mare non può che metterci di fronte alle nostre responsabilità - ha commentato Valerio Neri, direttore generale di Save the Children - i bambini, che hanno perso la vita scappando da violenza e miseria, sono un oltraggio all'umanità intera".
Questa mattina almeno 200 immigrati sono finiti nel Mar Mediterraneo dopo che al largo delle coste di Zuara, circa 100 chilometri ad ovest di Tripoli, il barcone, su cui stavano viaggiando i 500 ed i 700 migranti, è sbandato pericolosamente (non si sa se per un'onda o per lo spostamento di quelli a bordo) ed è, successivamente, affondato. "I cadaveri sono stati raccolti dalle acque", ha detto alla Reuters il comandante della Guardia costiera italiana, Cosimo Nicastro. I soccorritori del Moas (acronimo di Migrant Offshore Aid Station) hanno già recuperato 31 corpi. "La maggior parte sono bambini, alcuni sono neonati", ha puntualizzato il co-fondatore della Ong, Chris Catrambone, su Twitter. "Se non vogliamo continuare a recuperare cadaveri - gli fa, però, notare il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli - l'unica soluzione resta quella di non farli partire, perché è chiara la strategia degli scafisti, che li mettono su improbabili natanti per percorrere le poche miglia nautiche per uscire dalle acque nazionali libiche, consapevoli poi di essere tratti in salvo dalle tante navi delle Ong che poi li portano qui in Italia". "Purtroppo - conclude l'esponente del Carroccio - non sempre il meccanismo funziona e avvengono queste tragedie e i responsabili delle Ong che dicono di voler salvare vite umane dovrebbero capire che così stanno solo causando centinaia di morti ogni mese".
"Ancora morti nel Mediterraneo, soprattutto bambini - commenta il direttore generale della Fondazione Migrantes, monsignor Gian Carlo Perego, all'agenzia Sir - nello stesso giorno sono stati uniti nel ricordo e nella preghiera i ragazzi uccisi nell'attentato di Manchester e i bambini trafficati e morti al largo della Libia". Per il numero uno della fondazione della Cei, "le vittime di entrambe le stragi sono nostri figli e fratelli". "Difendere e salvare la vita - afferma il presule - soprattutto dei ragazzi e dei giovani, deve rimanere la preoccupazione al centro della politica europea. Se la sicurezza deve interessare tutti, oggi forse dobbiamo scegliere la pace come condizione fondamentale di sicurezza, corridoi umanitari per la sicurezza dei richiedenti protezione internazionale, cooperazione e sviluppo per difendere la libertà di non partire e di vivere nella propria terra. Ogni semplice chiusura, ogni condanna senza impegno - conclude monsignor Perego - rischia di aggravare la situazione".
Per tutta la giornata la Guardia Costiera è rimasta impegnata in ben quindici operazioni di soccorso a 1.700 migranti nell'area del Mar Mediterraneo centrale. Dall'inizio dell'anno, sulle coste italiane, sono già sbarcati 50.
041 migranti, il 47,54% in più rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso quando erano arrivato in 33.917. Lo scorso lunedì il Viminale si era visto costretto ad aggiornare il dato dopo il gran numero di arrivi dell'ultimo fine settimana. Molto probabilmente dovrà farlo anche la prossima settimana.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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