Cronache

"A Milano fa troppo freddo". La folle giustificazione del rapinatore

Un ragazzo di ventiquattro anni è stato fermato a Genova con l'accusa di aver rapinato un 65enne: aveva l'obbligo di firma in questura a Milano, ma non lo avrebbe mai rispettato perchè secondo lui nel capoluogo lombardo fa troppo freddo

Una volante della polizia a Genova
Una volante della polizia a Genova

Aveva l'obbligo di firma in questura a Milano, ma non l'aveva di fatto mai rispettato. E quando le forze dell'ordine gliene hanno chiesto conto, rintracciandolo a Genova a seguito di un atto predatorio ed arrestandolo proprio nelle scorse ore, si è giustificato con una frase che sembra quasi tratta da un vecchio film di Totò: "A Milano fa troppo freddo". Questa la giustificazione addotta da un ragazzo di ventiquattro anni, principale indiziato della rapina ai danni di un uomo di sessantacinque anni messa a segno nel centro del capoluogo della Liguria la scorsa estate. Stando infatti a quanto riportato dai media locali, i fatti in questione risalgono alla tarda serata dello scorso 31 agosto.

L'identificazione del rapinatore

In base alle ricostruzioni degli inquirenti, il giovane si trovava nel centro storico genovese e avrebbe rivolto la sua attenzione verso il sessantacinquenne, con l'intenzione di rapinarlo. Gli si sarebbe quindi avvicinato di soppiatto con una scusa e approfittando dell'assenza di testimoni, gli avrebbe sferrato una violenta ginocchiata al basso ventre. Un colpo tale da indurre la vittima a crollare a terra dal dolore, con l'aggressore che ne avrebbe a quel punto approfittato per agguantare e portar via la catenina d'oro che portava al collo. Quest'ultimo è poi riuscito a dileguarsi, fuggendo rapidamente nei vicoli limitrofi. L'aggredito, per quanto dolorante, sarebbe comunque riuscito ad allertare la polizia e a fornire un identikit del rapinatore. Una descrizione che, anche grazie alla registrazione delle telecamere del circuito di videosorveglianza presente dell'area, avrebbe consentito agli agenti di risalire alla sua identità.

E gli investigatori si sono trovati dinanzi ad una sorpresa: il ventiquattrenne risultava già gravato dall'obbligo di firma presso la questura di Milano, dove però non si era mai presentato. A seguito dell'evolversi delle indagini, l'autorità giudiziaria aveva emesso lo scorso 1 settembre un provvedimento di misura cautelare in carcere nei suoi confronti e sono così iniziate le ricerche del fuggitivo. Il sospetto era che il ricercato avesse fatto ritorno in Lombardia, invece gli agenti lo hanno rintracciato ancora a Genova, a più di quaranta giorni di distanza dall'episodio che gli è stato contestato. Dopo esser stato individuato, è stato quindi bloccato dagli operatori e condotto presso il carcere di Marassi, a disposizione dell'autorità giudiziaria.

Non senza una "chicca": durante il tragitto, avrebbe fatto sapere di non essersi mai recato a firmare nella questura del capoluogo meneghino a causa del clima caratterizzato da temperature che reputava eccessivamente rigide, per i suoi gusti.

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