Cronache

Milano, stop a coprifuoco per i pub ma le discoteche restano chiuse

Stop al coprifuoco per pub e bar di Milano ma le discoteche restano chiuse. "Ricorreremo al Tar", protestano i gestori dei locali notturni

Milano, stop a coprifuoco per i pub ma le discoteche restano chiuse

Ritorna il rituale dell'happy hour e della movida serale a Milano. A partire da oggi, giovedì 27 febbraio, non ci saranno più limitazioni per l'apertura di bar e locali pubblici che, a fronte delle nuove disposizioni, non dovranno più chiudere bottega al tramonto.

È durato due giorni il" coprifuoco dell'aperitivo" imposto dalla Regione Lombardia per contenere il rischio di un eventuale contagio epidemiologico tra i cittadini del capoluogo luogo meneghino. A darne comunicazione è stato proprio il governo regionale con una nuova ordinanza dirmata nella giornata di mercoledì 26. Nella specifica si legge che "i bar e o pub che prevedono la somministrazione assistita di alimenti e bevande non sono soggetti a restrizioni e pertanto possono rimanere aperti come previsto per ristoranti, purché sia rispettato il vincolo del numero massimo di coperti previsti per l'esercizio". In sintesi, via libera al servizio ai tavoli - anche dopo le ore 18 - a patto che si evitino assembramenti di persone davanti ai banconi: okay agli spritz ma niente calca.

Le giornate del sindaco ai tempi del coronavirus. #forzamilano

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La notizia ha fatto tirare un sospiro di sollievo ai gestori dei locali serali che, a seguito delle misure stringenti in seno al decreto per l'emergenza sanitaria, avevano protestato a gran voce temendo una "mazzata" nei profitti. Circa 200 esercenti si erano mobilitati con un appello in cui si chiedeva al sindaco di farsi portavoce del disagio del settore. "Chiediamo - recitava la petizione – di far presente al governo di attivare immediatamente ammortizzatori sociali e provvedimenti per azzerare gli adempimenti fiscali nell'immediato onde evitare un disastro in termini di fallimenti, posti di lavoro e riduzione del Pil cittadino oltre che regionale". E la richiesta è stata accolta.

Dunque, ritorna in gran spolvero la movida milanese dopo due giorni di interdizione forzata. "Meno male – commenta Dario Comini, proprietario del Nottingham Forest al Corriere della SeraDi gente in giro se ne vede poca, speriamo di lavorare almeno con i turisti". Ma la riapertura dei bar non basta a risollevare l'intero settore dalla legnata di questi giorni, il coprifuoco per discoteche e sale da ballo resta invariato. "I divieti valgono solo per le discoteche - monta la polemica Roberto Cominardi, titolare dell'Old Fashion –L'agnello sacrificale in Italia è sempre il locale notturno, c'è un pregiudizio di base". Per questo motivo, il direttivo dell'associazione di categoria sta valutando la possibilità di presentare ricorso al Tar: "La potestà di decidere le zone delle ordinanze e dei divieti era dei prefetti, non delle autorità. Stiamo valutando di fare ricorso al Tar contro le chiusure".

Situazione analoga per i musei che, fino a nuova disposizione, restano inaccessibili al pubblico. A tal proposito, il sindaco Beppe Sala si è mobilitato per incentivare un ripristino immediato dei luoghi di cultura. "Ho parlato con il ministro Franceschini: ripartiamo dalla cultura, ripriamo qualcosa, possiamo cominciare dai musei o da qualcosa altro ma la cultura è vita", fa sapere Via Instagram. "Ho parlato anche col presidente del Consiglio Conte e l'ho invitato a venire presto a Milano per rendersi conto di com'è la situazione.

- continua nel video – Ho chiamato il ministro Gualtieri, gli ho chiesto supporto e gli ho detto che un aiuto a Milano è un buon investimento".

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