Cronaca locale

Milano, emergenza violenza: ecco la mappa del degrado

L'accoltellamento tra i passanti è solo l'ultimo episodio di una deriva che sembra non avere fine: ecco la mappa della Milano violenta

Milano, emergenza violenza: ecco la mappa del degrado

Rissa tra nordafricani con tanto di coltellate che volano e un uomo insanguinato che in qualche modo riesce a raggiungere l’ospedale Niguarda, il tutto alle 18 di domenica 3 febbraio. Non siamo in qualche casbah di Algeri, ma a Milano tra via Farini e viale Stelvio, a pochissimi metri dalla fermata del bus e davanti agli occhi terrorizzati dei passanti.

La situazione relativa al degrado a Milano torna a far discutere, tra l’altro a due giorni dal caso-beffa di Stazione Garibaldi, portato alla luce da Tullio Trapasso del comitato City Report: un filmato ne mostra non soltanto lo stato di degrado tra bivacchi, feci, siringhe e rifiuti, ma anche la facilità con cui si può accedere ai binari passando per una serie di varchi che in teoria dovrebbero restare chiusi, ma che di fatto non lo sono.

Il caso di via Farini non è altro che l’ultimo di una serie di episodi che confermano quanto emerso lo scorso ottobre dal rapporto sulla criminalità in Italia elaborato dal Sole24Ore, secondo cui Milano è la città italiana con il maggior numero di reati, con 7237,7 fatti denunciati per ogni 100mila abitanti. Un triste primato che rischia di mettere in serio imbarazzo la giunta Sala.

Intorno alle ore 7 di mattina di sabato scorso, infatti, sei uomini e una donna tra i 25 e 31 anni, tutti cittadini ecuadoregni e alcuni con precedenti per danneggiamento e spaccio, venivano arrestati dalla polizia davanti a una paninoteca in via Chiese. Secondo quanto ricostruito dagli agenti intervenuti, si sarebbero affrontati due distinti gruppi di persone per un totale di almeno 15 persone. La situazione è degenerata quando uno dei sudamericani ha colpito, per motivi non ancora chiari, un connazionale con una bottiglia di vetro. A quel punto è scoppiata la rissa che ha reso necessario l'intervento di cinque Volanti. I poliziotti hanno impiegato circa 30 minuti per riportare la calma; non si esclude che il fatto sia ricollegabile al fenomeno delle gang di latinos.

Qualche ora prima invece, in corso Genova, un uomo di 44 anni veniva fermato per un’informazione da due soggetti nordafricani che improvvisamente lo colpivano al volto con una bottiglia di vetro per poi rubargli un magro bottino di 20 euro.

C’è poi il caso di Federico Ferraris, dentista alessandrino aggredito venerdì sera in piazza della Repubblica da due balordi stranieri; uno dei due ha anche cercato di strangolarlo a morte, ma è dovuto poi fuggire grazie all’intervento di un passante. La ricostruzione esposta dallo stesso Ferraris sulla propria pagina Facebook è più che eloquente: “Ad un tratto mi fa cadere di schiena a pochi metri da li e li iniziano i momenti più difficili per me... mi stinge una mano al collo per soffocarmi e spinge (come si vede dal segno che ho nella foto) mi cerca di bloccare la mano sinistra con cui cerco di colpirlo e la destra non la posso usare perché in tutto questo tengo sempre il telefono stretto. Lo guardo negli occhi... Lui mi dice “lascialo” capisco che forse gli basterebbe prendere il telefono... potrei lasciarglielo…Solo in quel momento quando inizio a sentire che mi manca l’ossigeno capisco che l’epilogo potrebbe essere drammatico... mi gioco una carta per prendere tempo e gli dico di ascoltarmi... gli potrei offrire i 300€ che ho in tasca ma continuiamo a lottare e lui stringe al collo... per poco ancora... perché arriva finalmente un uomo che urla e lui mi molla e scappa nel buio della notte... mi alzo raccolgo la sciarpa che è a terra... mi dimentico degli auricolari...Ringrazio quell’uomo, ha l’aria di uno tosto, è stato coraggioso, ho la faccia sporca di sangue... mi dice chiamiamo la polizia e intanto arriva un altro passante... dico che rientro in hotel... abbraccio quell’uomo a cui devo tanto... mi dispiace non avergli chiesto il suo nome”.

Ferraris alla fine commenta: “Sono dispiaciuto perché penso che al mio posto poteva esserci un anziano o una donna, penso che la violenza usata è stata tanto gratuita quanto inutile. Alla fine penso di aver vinto io, non solo per un po’ di botte che gli ho restituito, ma perché alla fine [il delinquente] ha dovuto tornare nel buio delle tenebre da dove è venuto senza niente in mano”.

Ovviamente la lunga lista di episodi degni della New York degli anni ’70 non è finita. Nella mattinata di sabato infatti un pregiudicato 55enne veniva arrestato dalla Polizia dopo aver rapinato la gioielleria OroCash di viale Monza, mentre il complice riusciva a fuggire.

Lo scorso 14 gennaio intorno alle 19:40 invece un 31enne marocchino ha avvicinato un connazionale di 21 anni e un algerino di 27 per contrattare l'acquisto di stupefacenti in Stazione Centrale, divenuta ormai una grande piazza di spaccio del capoluogo lombardo. I due l'hanno minacciato con un coltello e gli hanno chiesto di consegnargli il telefonino, ma vista la resistenza opposta dal 31enne, i due hanno estratto la torcia teaser e l'hanno colpito. I due aggressori venivano poi arrestati nella vicina via Vittor Pisani; durante le perquisizioni gli agenti ritrovavano oltre 400 euro in contanti addosso all'algerino e un coltello a serramanico ancora aperto in possesso del marocchino.

È sempre davanti alla Stazione Centrale che a metà gennaio veniva aggredito l’inviato di Striscia la Notizia, Vittorio Brumotti, recatosi sul posto per documentare lo spaccio di sostanze stupefacenti che avviene quotidianamente e alla luce del giorno. L’inviato veniva aggredito a calci, minacciato con un taser da uno dei vari balordi che ridacchiando diceva “io spaccio e rubo” e ancora “se torni domani sei morto”.

Il servizio si conclude con Brumotti e il suo operatore che vengono rincorsi da tre o quattro uomini prima dell'arrivo della polizia. A questo punto è inevitabile chiedersi perché questi personaggi siano liberi di scorazzare e perpetrare le proprie attività illegali in maniera così spavalda, davanti a polizia e militari. Sarebbe anche utile capire da dove arrivano le sostanze stupefacenti che smerciano, perché è sempre utile andare “alla fonte” per comprendere e stroncare certe dinamiche.

La lista continua, perché nella notte del 6 gennaio un ragazzo salvadoregno veniva circondato, picchiato e rapinato da un gruppo di tre africani in piazza Gae Aulenti, a due passi dalla movida di corso Como dove spaccio e rapine perpetrate da africani sono ben noti alle cronache.

Come non ricordare poi il tristemente noto “weekend di violenza” avvenuto nella notte tra l’1 e il 2 dicembre 2018, quando tra le 4 e le 6 di mattina venivano segnalate ben sei rapine perpetrate con coltelli, cocci di bottiglia, cacciaviti e punteruoli, tutte per mano di stranieri e rispettivamente in via Giovanni Battista Pirelli, in via Alessio Tocqueville, in via Ferrante Aporti, in viale Pasubio, in via Melchiorre Gioia e in via Vitruvio. Bottino prediletto: telefonini, bancomat, carte di credito e contanti.

C’è poi il servizio di Tullio Trapasso del Comitato City Report che lo scorso 1° dicembre mostrava il degrado all’interno dell’ex Palasharp di Lampugnano, una vera e propria zona franca del degrado e dell’illegalità a poche centinaia di metri dal Parco “Monte Stella” e dalla stazione dei bus e della metropolitana di Lampugnano.

È inoltre doveroso riportare le numerose segnalazioni di cittadini che sono costretti a convivere con degrado e situazioni di pericolo nel momento in cui si trovano a dover prendere i mezzi di trasporto pubblico. Tra le linee ritenute più a rischio ci sono la 56 che passa per via Padova, la 90 e la 91, ma anche la sostitutiva MM1 notturna nel tratto tra Porta Venezia e Sesto San Giovannni, così come la MM3 in direzione Rogoredo, popolata da tossicodipendenti che vanno verso il “boschetto” a cercare la dose, giusto per citarne alcune. Ci sono poi le “zone franche” dove avviene di tutto e di più, dalla già citata Stazione Centrale (una delle principali zone di spaccio della città) alla zona di via Gola per non dimenticare la “multietnica” via Padova, Corvetto, piazza Selinunte e dintorni, via Inbonati, stazione Lambrate, corso Como dove spacciatori/rapinatori attendono le loro prede in mezzo alla movida e Lorenteggio con le “vedette” in stile Scampia.

Nel complesso va evidenziato che i casi violenti riportati sopra sono soltanto alcuni dei più noti e fanno riferimento a un breve arco di tempo che va da inizio dicembre 2018 allo scorso weekend. Vanno inoltre presi in seria considerazione i due picchi, uno tra il 1° e il 2 dicembre 2018 con ben sei rapine violente, tutte perpetrate nella stessa zona da un gruppo di stranieri e il picco della scorsa settimana, con ben quattro episodi di violenza accaduti in poche ore.

L’emergenza criminalità a Milano appare ormai fuori controllo, la faccenda è seria e sono i fatti a parlare.

I cittadini attendono una risposta rapida ed efficace da parte delle istituzioni e della giunta comunale, una risposta che in realtà è attesa da tempo ma che tarda ad arrivare e le prospettive non sembrano delle migliori.

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