L'allarme terrorismo dal medio oriente è tutt'altro che cessato. La fine del Califfato Islamico e la morte di Abu Bakr Al Baghdadi hanno solo dato l'illusione che il problema fosse risolto. Al contrario, l'Isis si sta riorganizzando e soprattutto non sono pochi i combattenti stranieri che adesso stanno tornando verso l'Europa.
La scoperta del The Guardian
Su Telegram c'è un canale in cui è molto facile mettersi in contatto con un'organizzazione che produce passaporti falsi. Si chiama “Istanbul Global Consulting”. Il gruppo è ancora aperto, l'ultimo messaggio però risale al 21 dicembre scorso. Forse tra i membri è circolata la voce di inchieste o di giornalisti che hanno scoperto le attività svolte all'interno. Sul The Guardian infatti nei giorni scorsi è apparsa un'inchiesta che ha svelato cosa avviene nel gruppo. Tutto, in particolare, è gestito da un cittadino uzbeko residente in Turchia.
È lui il “dominus”. Fingendosi clienti interessati ad ottenere un passaporto, i cronisti del quotidiano britannico hanno parlato direttamente con lui. E quest'ultimo non si è sottratto nell'esporre in che modo è possibile procurarsi tutto l'occorrente per viaggiare con documenti falsi. Occorre, in primo luogo, pagare una certa somma in base alla nazionalità del passaporto che si vuole acquisire.
Si paga sui 5.000 Dollari per avere un documento russo, kazako o kirghiso. Qualcosa in più invece per un passaporto ucraino o moldavo. Il costo è maggiore perché, grazie agli accordi tra i governi di Kiev e Chisinau e l'Unione Europea per andare verso Paesi dell'Ue non occorre il visto. Poi ci sono i passaporti per accedere direttamente in territorio comunitario. E in questo caso il costo può arrivare anche a 8.000 Euro.
"Sono disposto a lavorare con chiunque – ha fatto presente l'uzbeko ai giornalisti inglesi – Non è compito mio capire chi è malvagio e chi no. Se ne dovrebbero occupare i servizi di sicurezza". Il problema però è che tra i suoi clienti spiccherebbero, proprio secondo l'intelligence, numerosi terroristi dell'Isis.
Almeno dieci combattenti dello Stato Islamico sono riusciti a entrare illegalmente in Turchia, a prendere possesso dei passaporti falsi e a viaggiare, con regolari voli civili da Istanbul, verso l'Europa e non solo. In due occasioni è stato accertato che i cittadini con documenti falsificati partiti dalla metropoli turca sono arrivati in Messico e, da lì, sarebbero poi riusciti a raggiungere gli Usa.
Il commercio di passaporti falsi coinvolgerebbe una platea molto vasta e raggiungerebbe diversi terroristi, ben oltre i dieci “pescati” dall'inchiesta del The Guardian. Molti foreign fighters europei potrebbero aver già raggiunto il Vecchio Continente con questo metodo. “C'è un venditore particolare in Turchia che fornisce ai membri dell'Isis documenti di altissimo livello – ha dichiarato al quotidiano inglese una fonte del Dipartimento di Stato Usa – Sappiamo che i membri dell'Isis usano questi passaporti falsi per attraversare l'Europa e la sicurezza europea non riesce ad arrestarli tutti”. In tanti quindi sarebbero riusciti a sfuggire dalle ragnatele dei controlli europei, giungendo quindi indisturbati in territorio comunitario.
L'Isis rialza la testa
L'allarme sui passaporti falsi rilasciati ai terroristi appare ancora più grave in questa fase caratterizzata dall'aumento dell'allarme per le attività jihadiste. In Siria e in Iraq cellule del califfato islamico a gennaio hanno messo a segno duri colpi contro obiettivi militari locali.
Il 20 gennaio undici soldati iracheni sono morti a seguito di un attacco in una base militare a nord di Baghdad. Nelle stesse ore, un assalto a un carcere di Al Hasakah, città siriana controllata dai curdi, ha fatto scappare decine di miliziani Isis.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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