Cronache

Bloccati i beni agli oligarchi. Ma l'hotel di D'Annunzio e dei Savoia finisce in mani russe

Lo storico hotel di Montecatini che ha più volte ospitato D'Annunzio e i Savoia è stato acquistato da una holding riconducibile alla famiglia di un deputato russo sanzionato dall'Ue, che ha superato sul filo di lana un acquirente ucraino

Il Grand Hotel La Pace
Il Grand Hotel La Pace

Tempi duri per gli oligarchi, almeno per quanto riguarda i loro possedimenti in Italia. A seguito dello scoppio della guerra in Ucraina, il governo ha da tempo disposto il sequestro dei beni dei cittadini originari della Russia più vicini a Putin. L'ultimo episodio è avvenuto peraltro pochi giorni fa, con la requisizione di uno yacht a Carrara. Eppure, la volontà degli imprenditori russi di investire nel Belpaese, mettendo non di rado le mani su aziende storiche, sembra inalterata. E in barba alle sanzioni, è stata proprio una società facente capo alla figlia di un oligarca russo sanzionato dall'Unione Europea ad acquistare lo storico Grand Hotel La Pace di Montecatini Terme.

Un'operazione dal costo stimato fra i venti e i trenta milioni di euro, per una struttura ricettiva storica a cinque stelle nata nella cittadina termale toscana nel 1870. E che in oltre centocinquant'anni d'attività ha visto spesso fra i propri ospiti numerosi personaggi illustri: Gabriele D'Annunzio vi soggiornava frequentemente, al pari di Vittorio Emanuele II di Savoia e della famiglia reale. Ed era anche il "buen retiro" toscano di Trilussa, di Arturo Toscanini, di Marie Curie, dei Rothschild, dello scià di Persia.

Ma chi sono i nuovi proprietari, che hanno rilevato l'impresa dalla famiglia che la deteneva da decenni, spuntandola oltretutto (ironia della sorte) proprio su un concorrente ucraino che ne era cliente abituale? La "Kib Holding", un'azienda formalmente registrata ad Imola ma riconducibile alla trentunenne Karina Boguslavskaya, russa di passaporto inglese. E altri non è che la figlia di Irek Boguslavskaya, deputato del parlamento russo che appare nella "black list" dell'Ue.

L'albergo rischia quindi di essere sequestrato? Al momento sembrerebbe di no, anche perché se è vero che la compravendita è stata ufficializzata ieri, la trattativa è partita prima dello scoppio delle ostilità fra Russia e Ucraina. A Montecatini trapela fiducia, anche perchè "ufficialmente" la holding è italiana (sia pur con un capitale sociale di appena 10mila euro) e i posti di lavoro non dovrebbero pertanto essere a rischio. A meno che la situazione internazionale non precipiti ulteriormente, inducendo l'Europa ad una nuova "stretta".

Di certo c'è che, a dispetto del conflitto, l'imprenditoria russa continua a guardare con interesse all'acquisizione di imprese italiane.

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