Cronache

È morto il giornalista Arturo Diaconale

Iniziò a lavorare come corrispondente da Roma per il Giornale di Sicilia. Poi passò a il Giornale di Montanelli, Studio Aperto e, in seguito, fu nominato direttore de L'Opinione

È morto il giornalista Arturo Diaconale

Si è spento a Roma il giornalista Arturo Diaconale, aveva 75 anni. Da tempo lottava contro un tumore. Nato a Montorio al Vomano, in provincia di Teramo, l'8 settembre 1945, romano di adozione, dopo la laurea in Giurisprudenza iniziò a fare il giornalista. Iniziò nella redazione romana de Il Giornale di Sicilia (1973), poi nel 1976 divenne cronista parlamentare. Nel 1985 passò a il Giornale di Indro Montanelli, commentando la politica interna. Sette anni dopo, nel 1992, l'approdo a Studio Aperto, tg di Italia 1, come redattore capo. Nel 1993 fu nominato direttore del settimanale "L'Opinione", storica testata liberale fondata da Cavour, che divenne quotidiano politico di riferimento del Polo delle Libertà. L'impegno in tv non venne mai meno: nel 1995 ideò e condusse una trasmissione su Rai 3, dal titolo "Ad armi pari", e negli anni successivi come opinionista partecipò a moltissimi talk show per parlare di politica e anche di calcio, l'altra sua grande passione.

Candidato per il centrodestra al Senato nel 1996 nel collegio di Rieti, fu sconfitto da Gavino Angius (vicesegretario del Pds). Con l'ingresso di Forza Italia nel Ppe nel 2000 iniziò a impegnarsi per la nascita di un soggetto politico laico e liberale per cercare di dare vita alla "terza gamba" del centrodestra. Nel 2004 partecipò alla ricostruzione del Partito liberale italiano e, l'anno dopo, dei Riformatori Liberali. Sempre attento ai temi della "giustizia giusta", da profondo garantista nel 2014 creò il Tribunale Dreyfus, onlus impegnata nella riforma del sistema giudiziario italiano, con un "Soccorso Azzurro" per le vittime della malagiustizia.

Dall'agosto 2015 al luglio 2018 fu membro del cda della Rai, nominato dalla Commissione VIgilanza Rai in quota centrodestra. Dal 2016 Diaconale ricopriva l'incarico di responsabile ufficio stampa della Lazio. Così il club biancoceleste lo ricorda sul proprio sito: "La S.S. Lazio, il suo Presidente, l’allenatore, i giocatori e tutto lo staff esprimono profondo cordoglio per la scomparsa del portavoce del club, Arturo Diaconale, e si uniscono al dolore della famiglia". Igle Tare, direttore sportivo del club biancoceleste, aggiunge: "Siamo addolorati e logorati dalla sua perdita, ha sofferto tanto e noi con lui. Ci lascia un grande laziale, un uomo vero, una persona perbene. È stato un grande onore lavorare con lui. Ci mancherà molto".

"La Figc e il presidente Gabriele Gravina si uniscono al cordoglio della famiglia di Arturo Diaconale, scomparso nella notte all'età di 75 anni". Lo scrive la Federcalcio in una nota. "Giornalista parlamentare, direttore de 'L'Opinione delle Libertà', nel corso di una lunga carriera ha rivestito la carica di vice-segretario nazionale della Federazione Nazionale Stampa Italiana e di segretario dell'Associazione Stampa Romana e dal 2015 al 2018 è stato membro del cda della Rai. Autore di numerosi saggi politici e da sempre grande appassionato di sport, dall'agosto 2016 era portavoce della S.S. Lazio".

"Profondo dolore per la scomparsa di Arturo Diaconale, amico e collega, ottimo giornalista, acuto analista, persona gentile", scrive su Twitter Giorgio Mulé, deputato e portavoce dei gruppi azzurri di Camera e Senato. "Si è speso per Forza Italia e per la sua, nostra passione calcistica, la Lazio. Mancherà il suo pensiero e la sua amicizia. Alla famiglia le mie condoglianze".

Cordoglio anche da Stefano Pedica (Pd): "Profondo dolore per la scomparsa di Arturo Diaconale, un grande professionista e un grande amico. Sono diventato giornalista iniziando a lavorare con lui e i suoi consigli non li dimenticherò mai. Era un uomo di grande cultura e una persona che non si tirava mai indietro per aiutare gli altri. Ciao Arturo".

"Colto, leale, sempre promotore di pensiero e azione", ricorda il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri. "Diaconale è stato un riferimento per tanti nel mondo del giornalismo, dell'informazione, della cultura e della politica. Ha fatto tanto nell'associazionismo giornalistico, in testate come Il Giornale, che hanno orientato chi non si rassegnava al conformismo dilagante. Ha scritto libri e rilanciato testate come l'Opinione. È stato apprezzato al vertice Rai e nel mondo del calcio. Ha scritto libri, promosso associazioni, dibattito, aggregazione. Sempre serio, corretto, equilibrato, sia che si parlasse dei parchi dell'Abruzzo o dei primi passi di nuove televisioni. Ha fatto moltissimo, avrebbe meritato di più, per il suo valore e la sua saggezza. Sempre disponibile e sempre genoroso, con la sua capacità di fare, pensare, creare, unire. Abbiamo fatto insieme tante cose. E lui anche nella malattia ne progettava altre. Nessun elogio è pari al suo valore e al dolore che causa questa enorme perdita''.

"Esprimo profondo cordoglio, da parte mia e di tutto il gruppo Forza Italia della Camera, per la scomparsa di Arturo Diaconale", afferma Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati. "Uomo arguto e appassionato, grande giornalista, garantista convinto, con lo sport e la sua Lazio nel cuore. Siamo vicini alla famiglia in questo momento di dolore".

L'aula della Camera ha ricordato Diaconale con un applauso. Tutti i gruppi hanno espresso il proprio cordoglio, sottolineando la lunga attività di giornalista e di rappresentante del pensiero liberale. Nel loro breve saluto, il deputato della Lega Giuseppe Basini e di Forza Italia Renato Brunetta, hanno accompagnato le ultime parole di commiato con un "ciao Arturo".

In una nota congiunta il presidente della Rai, Marcello Foa, e l'amministratore delegato Fabrizio Salini ricordano il "giornalista, saggista, conduttore di programmi televisivi, politico per passione, sindacalista, in ognuno di questi campi Arturo Diaconale ha operato con il suo stile mai gridato, pronto al confronto e alla riflessione. Anche in Rai di cui è stato consigliere di amministrazione dal 2015 al 2018, ha portato il suo prezioso contributo di idee sempre improntato al dialogo e allo spirito che contraddistingue il servizio pubblico, aperto e inclusivo, pluralistico nell'informazione e nel rispetto dei cittadini.

Al ricordo si uniscono anche i membri del precedente cda Rai che sottolineano il lavoro costruttivo e leale portato avanti insieme in quegli anni".

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