Non si placano le polemiche a seguito del video che mostra agenti della Guardia Costiera libica sparare colpi di avvertimento verso un imbarcazione carica di migranti. Il fatto è accaduto il 30 giugno, ma le immagini sono state diffuse ieri dall'Ong tedesca Sea Watch.
Il video è stato girato dall'aereo Seabird, il mezzo con il quale gli stessi attivisti tedeschi monitorano la situazione dinnanzi le coste libiche. Il fatto è accaduto in acque Sar maltesi. Secondo una ricostruzione fornita dalla stessa Sea Watch, la motovedetta libica Ras Jadir, una delle quattro donate dall'Italia a Tripoli, si è avvicinata a un barcone sparando alcuni colpi in aria come avvertimento.
Dalle immagini si nota anche il mezzo libico avvicinarsi minacciosamente verso il mezzo con i migranti a bordo. Una manovra effettuata per costringere gli scafisti a cambiare rotta ed a tornare indietro. Al contrario, l'imbarcazione è riuscita a fuggire e poco dopo avrebbe raggiunto le acque di Lampedusa.
Le reazioni Ue
Nelle ultime ore sono state registrate alcune dichiarazioni da parte delle istituzioni comunitarie: “La Commissione europea – ha dichiarato in una nota Peter Stano, uno dei portavoce dell'esecutivo comunitario – chiederà spiegazioni alle autorità libiche in merito al video della Ong Sea Watch in cui si vede che una nave della Guardia costiera libica tenta di speronare un barcone con migranti a bordo”.
Bruxelles potrebbe aprire un'inchiesta per accertare la dinamica dell'episodio: “Abbiamo visto il video di questo incidente e stiamo attualmente verificando i fatti e le circostanze correlate a questo – ha aggiunto Stano – Sicuramente è una fonte di preoccupazione e chiederemo spiegazioni ai nostri partner libici nei nostri contatti regolari”.
Una dichiarazione, quella del portavoce Ue, che se da un lato appare minacciosa verso la Libia dall'altro però non sembra mettere in discussione i rapporti tra la commissione e Tripoli. I libici sono stati infatti definiti come “partner” e le spiegazioni verranno chieste durante uno dei tanti colloqui ordinari tenuti con le autorità del Paese nordafricano.
Una posizione ben lontana da quella delle Ong, le quali da sempre al contrario chiedono la fine di ogni collaborazione con la Guardia Costiera libica. Tuttavia le motovedette messe in mare dal governo di Tripoli per l'Europa, così come soprattutto per l'Italia, sono state essenziali negli ultimi mesi per attenuare una situazione già di per sé molto grave: più di diecimila migranti infatti sono stati riportati in Libia dalla locale Guardia Costiera dal primo gennaio ad oggi.
Tripoli: “Ammettiamo colpe, responsabili pagheranno”
A distanza di 24 ore dalla diffusione del video da parte di Sea Watch, sono giunte dalla Libia le prime reazioni. La marina di Tripoli ha sostanzialmente ammesso le responsabilità: “Una motovedetta della Guardia Costiera ha sparato contro un'imbarcazione di migranti”, si legge in una nota.
Un'ammissione a cui ha fatto seguito anche la volontà di indagare su quanto accaduto: “Qualsiasi atto che viola gli standard e le leggi locali e internazionali – ha proseguito la nota – è da noi condannato. I responsabili ne risponderanno”.
Una mossa,
quella dei responsabili della marina libica, volta a placare le polemiche da un lato e dall'altro a dare un'immagine più trasparente in ottica futura. Le polemiche però sono destinate a proseguire anche nei prossimi giorni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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